Milano Linate si rinnova, ecco come diventerà

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Dopo il rinnovamento del Terminal 1 di Milano Malpensa, che ne ha rivoluzionato l’aspetto e la funzionalità e i nuovi filtri di sicurezza e la stazione ferroviaria del Terminal 2, iniziano i lavori che cambieranno il volto dell’aeroporto di Milano Linate.

Il progetto, che nella sua complessità vedrà SEA impegnata con investimenti fino al 2022 per un importo totale di 60,3 milioni di Euro, partirà a luglio con la prima fase che prevede, come intervento principale, il redesign della facciata, progettata da Pierluigi Cerri che sarà pronta ad aprile del prossimo anno.

In questa prima fase è inoltre previsto il completo rinnovamento della zona arrivi e dell’area ritiro bagagli, attraverso nuovi controsoffitti e pareti realizzati in gres, che migliorerà la percezione dell’altezza e dell’ampiezza dell’aerostazione.

In cantiere anche la nuova Vip Lounge Leonardo, che ricollocata in una nuova area dell’aerostazione sarà più ampia e incarnerà al meglio il fascino e il comfort dello stile italiano. Un deciso cambio di passo della user experience dell’aeroporto è solo l’inizio dei nuovi servizi che SEA vuole offrire ai suoi passeggeri che, nel 2022 consegnerà a Milano, una Linate completamente nuova.

L’investimento previsto per questa prima fase è di 8,3 milioni di euro, di cui 3,4 milioni per la nuova facciata.

“Su Linate non si investiva da 25 anni. – ha commentato Pietro Modiano, Presidente SEA – Dopo il restyling che nel 2015 ha reso Milano Malpensa “Best European Airport” e dopo Expo, che ha permesso a Milano di iniziare un nuovo capitolo della sua storia, era giusto dotare la città di un city-airport all’altezza dei migliori in Europa, accompagnando la città con semplicità e precisione, concetti ai quali l’arch. Cerri si è ispirato nel suo progetto per il redesign della facciata”.

L’aeroporto sarà sempre operativo. I lavori saranno, infatti, realizzati attraverso micro cantieri, con attività diurne e notturne in modo da impattare il meno possibile sull’attività aeroportuale. All’esterno si chiuderà il viadotto partenze solamente di notte, quindi anche in questo caso senza disagi per i passeggeri.

IL PROGETTO DELL’ARCH. CERRI

“Il progetto che vi presentiamo fa parte di un complesso manuale che raccoglie un sistema organico di elementi che regolano l’identità di tutti gli aspetti più strettamente istituzionali e funzionali che definiscono in modo sistematico l’immagine coordinata di SEA.

Sembrerebbe quasi sacrilego definire l’appartenenza di un campo disciplinare complesso come quello dell’architettura a quello del design di una corporate identity, eppure l’immagine di un ente o di un organismo sono la sommatoria di tutte le manifestazioni percepite.

Per questo possiamo ritenere che il redesign della facciata verso terra di Milano Linate possa appartenere al progetto di immagine coordinata che qui vorremmo riproporre come identità forte e razionale in una continua negoziazione di contenuti in cerca di forma. Si potrebbe azzardare che esiste un’influenza reciproca tra la qualificazione del modo di presentarsi e i servizi prestati.

LINAT

 

Oggi l’edificio aeroportuale si presenta come una struttura dagli elementi costruttivi esausti e dalla composizione architettonica confusa, un edificio cui è difficile definire la destinazione d’uso per l’eccessiva sovrapposizione di funzioni, non ultima quella di Reklame Architektur per l’eccessivo impiego di comunicati commerciali che ricoprono la sua struttura e, anche, per il disordine dei numerosi veicoli che l’attraversano o parcheggiano, e per una sgradevole penombra cui sono immersi i due piani dell’edificio, per via del complicato disegno delle pensiline che una lettura della sezione dello stato di fatto consente di notare.

Il nostro intervento si fonda su due regole per definire la sua riconoscibilità. La precisione per cui il progetto dev’essere costruito con il massimo di economia di mezzi tecnici ed espressivi per rapporto alla necessità e alla funzione. E l’acutezza di tali mezzi è proporzionale alla sua qualità e capacità di trasformazione. La semplicità che è la misura del nostro progetto.

Ogni operazione di progetto oggi è sempre più azione di trasformazione parziale, riuso, restauro, rammendo, in cerca di identità. Un lavoro sulle piccole differenze significative. Ma anche un diffuso desiderio di tregua di fronte al chiacchiericcio stilistico e tecnicistico.

Abbiamo lavorato sul dettaglio che è uno degli elementi tecnici più interni alla nostra disciplina e rivela il motore del linguaggio architettonico. Il redesign della facciata landside dell’aeroporto di Milano Linate.

La nuova sezione di progetto ricolloca una pensilina costituita da una struttura metallica vetrata a protezione del piano partenze concepita in modo da filtrare i raggi infrarossi e l’effetto serra per consentire una completa luminosità diurna dell’area protetta. La leggerezza e l’attenuato ingombro visivo nella nuova pensilina consentono di mettere in luce l’intero disegno della nuova facciata concepita per sottrazione di elementi invasivi.

facciata

 

La facciata è resa uniforme e riordinata nei suoi elementi costruttivi con un sistema di rivestimento che prevede l’applicazione a secco, sulla superficie esterna dell’edificio, di pannelli di Corian, materiale acrilico termoformabile con carica minerale le cui proprietà sono l’eccellente resistenza alle aggressioni climatiche, ottima reazione al fuoco, facile manutenzione, resistenza agli atti di vandalismo.

Le pannellature non aderiscono alla parete, ma risultano distanziate per formare una intercapedine così da ottenere la circolazione naturale dell’aria per effetto del moto convettivo dalla sommità alla base della facciata. La flessibilità di installazione dei pannelli ci consente di inglobare nuovi serramenti a nastro nel piano degli uffici che così risultano più integrati e attenuati nel disegno complessivo della facciata. Qui emergono in primo piano i grandi portali di entrata e uscita concepiti come supporti segnaletici la cui identificazione immediata dovrebbe attenuare il diffuso disorientamento spazio-temporale.

L’architettura è bianca per una serie di motivi. Da una parte citerei la definizione dell’architetto Richard Meier le cui architetture sono sempre rigorosamente bianche, quando dice:

“Il bianco assoluto evidenzia le differenze fra gli elementi costruttivi, tra aperture e chiusure, tra involucro e struttura.”

Poi perché il bianco è stato il tratto distintivo del purismo formale del razionalismo del ‘900. Ma soprattutto perché una superficie bianca ha in sé tutti i colori e quindi può vestirsi di tutti i colori, da rosea all’alba a rossa al tramonto. Insomma può essere sempre viva e mutabile, mai statica e immobile. Dunque perché usare un solo colore? Usiamoli tutti, usiamo il bianco, che ha in sé tutti i colori.

 

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