La Nuova Diga Foranea di Genova rappresenta un’impresa ingegneristica senza precedenti a livello globale, sia per le sue dimensioni che per la sua realizzazione “offshore”, ovvero completamente in mare aperto, senza interrompere le attività portuali.
Funzioni di una Diga Foranea
Una diga foranea svolge funzioni cruciali per un porto. Serve come barriera protettiva contro le onde del mare, creando un ambiente sicuro e calmo per le operazioni portuali. Inoltre, può fornire spazi aggiuntivi per il transito e la manovra delle navi.
Caratteristiche della nuova Diga Foranea di Genova
La Nuova Diga Foranea si distingue per la sua complessità ingegneristica. Sarà posizionata su fondali marini con profondità variabili fino a 50 metri, una delle profondità più elevate mai sperimentate per una diga foranea, e avrà uno sviluppo complessivo di 6,2 km. Questa infrastruttura si caratterizza per le tecnologie all’avanguardia utilizzate per la sua realizzazione e per la sua sostenibilità, garantita da sistemi che mirano a massimizzare l’economia circolare, tra cui il recupero, il riutilizzo e la trasformazione degli inerti.
Impatto economico e occupazionale
Con la realizzazione della Nuova Diga Foranea di Genova, gli spazi di transito e manovra per le navi all’interno del porto verranno ampliati, potenziando così la capacità di accoglienza del porto e trasformandolo in un’infrastruttura in grado di aumentare la competitività del sistema ligure e dell’Italia nel suo complesso. Questo progetto avrà un grande impatto economico sulla città, sul suo porto commerciale e sull’intera Italia, generando sviluppo già dalla fase di costruzione. Infatti, per la sua realizzazione, saranno impiegate più di 1.000 persone, tra diretti e terzi.
Il Consorzio Pergenova Breakwater
Il progetto per la costruzione della Nuova Diga Foranea di Genova è stato assegnato al Consorzio Pergenova Breakwater, costituito da We Build, Fincantieri, Fincosit, Sidra.
Aggiornamenti sul progetto
Il taglio del nastro è avvenuto lo scorso Maggio 2023.
Al 1 dicembre 2023, le attività nel cantiere della nuova Diga Foranea di Genova proseguono registrava la posa sul fondale di oltre 600 mila tonnellate di ghiaia. Nell’area “Campo Prova 1”, sono state ultimate le 862 colonne di ghiaia e venivano avviate le attività di installazione della strumentazione di monitoraggio geotecnico.
Al 6 febbraio 2024, è stato raggiunto il traguardo della posa di oltre 1 milione di tonnellate di ghiaia sul fondale al largo del capoluogo ligure, toccando il 40% delle attività di posa. Dall’avvio del cantiere a questa data, risultano realizzate oltre 1.320 colonne sommerse di ghiaia, tutelando allo stesso tempo l’ecosistema marino. In parallelo, proseguono le attività di bonifica bellica subacquea, completate per quasi il 70% e concentrate sulla sesta e ultima area da bonificare.
La Nuova Diga Foranea di Genova rappresenta un esempio di come l’ingegneria avanzata possa contribuire a migliorare le infrastrutture esistenti, aumentando la competitività e creando opportunità economiche. Alla pari di ricevere gratis VPN per proteggersi sul web, la nuova diga foranea garantirà standard di sicurezza elevati all’intero bacino portuale e lo proietta verso una nuova fase di ampliamento e sviluppo.
Durante i servizi giornalistici che raccontano le cose scoperte durante le indagini su Toti, si sente parlare del progetto di una diga e dei costi, che potrebbero lievitare… Si tratta di questa, diga?
@irexia, sì. un’opera molto impattante dal punto di vista ambientale, visti gli enormi volumi di roccia che verranno sottratti all’appennino ligure per essere trasformati in cemento. un’opera inutile, fortemente voluta dalla lobby del porto di genova, la stessa che continua a boicottare l’ammodernamento e il collegamento del porto di gioia tauro con la rete ferroviaria.
in questa faccenda non c’è di mezzo solo tangentopoli, ma un’idea di paese profondamente razzista e in fin dei conti anche masochista
Gioia Tauro non ha ancora il collegamento ferroviario?! Andavo ancora all’università quando se ne parlava con grande scandalo! Se ben ricordo il porto di Gioia Tauro era quello in cui si movimentavano più merci, tra i porti italiani!
Sono d’accordo, punteruolorosso, credo che questo paese non abbia mai maturato un’idea di sé, ma si sia accontentato soltanto di incollare 20 interessi diversi, i cui titolari, come un topo, sono intenti a rosicchiare l’immediato, senza maturare strategie nazionali
@irexia, in effetti il collegamento ferroviario è stato fatto di recente
https://www.quotidianodelsud.it/calabria/reggio-calabria/economia/infrastrutture/2024/01/26/il-porto-di-gioia-tauro-si-allunga-verso-nord-nuovo-collegamento-ferroviario
ciò non cambia il discorso che facevi tu, e cioè che lo sviluppo del paese non interessa a nessuno.
Siete in errore. Il raccordo ferroviario tra Rosarno e il porto di Gioia Tauro esiste dal 31 luglio 1996. Altro discorso è invece la volontà di sviluppare il traffico merci in Italia. La “privatizzazione” delle FS ha prodotto una miriade di società interessate a gestire (leggi sfruttare per il massimo lucro) l’immenso patrimonio statale ferroviario. Così è stata sviluppata in tempi piuttosto celeri una reta Alta velocità al centro- nord del paese. Stentano invece fino ad oggi i lavori di potenziamento infrastrutturale ferroviario a sud di Salerno. Così, nonostante la potenzialità del porto di Gioia Tauro, che esiste già si preferisce spendere i miliardi (a debito nostro sempre) per ampliare Genova e le sue ferrovie. Cui prodest? Certamente non all’economia italian, visto che le imprese incamerano megaappalti tipo “diga foranea”, non certo all’ecosistema marino sconvolto e distrutto dai milioni di t. di materiali alieni ai fondali. Alla faccia della tanto sbandierata “transizione green” dell’economia.
https://www-corriere-it.cdn.ampproject.org/v/s/www.corriere.it/economia/aziende/24_luglio_09/perche-l-alta-velocita-in-italia-costa-piu-del-doppio-della-spagna-per-i-treni-merci-che-non-usiamo-127b49d0-52c5-46c7-81c9-c9cdcdf32xlk_amp.shtml?amp_gsa=1&_js_v=a9&usqp=mq331AQIUAKwASCAAgM%3D#amp_tf=Da%20%251%24s&aoh=17209359033343&referrer=https%3A%2F%2Fwww.google.com&share=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Feconomia%2Faziende%2F24_luglio_09%2Fperche-l-alta-velocita-in-italia-costa-piu-del-doppio-della-spagna-per-i-treni-merci-che-non-usiamo-127b49d0-52c5-46c7-81c9-c9cdcdf32xlk.shtml
In questo articolo di qualche giorno fa sì parla di come l’alta velocità, sviluppata solo in una nota parte del paese a scapito del resto del territorio, soffra della decisione di farla anche ad alta capacità per i treni merci.
@ Antonino
Io non sono affatto sicura che la politica italiana creda nell’utilità della transizione green, nel risparmio delle risorse energetiche e nell’ottimizzazione del loro utilizzo, nella cura del ferro per ridurre l’inquinamento, credo invece che abbia piegato un concetto meritevole alla solita logica dell’interesse economico della locupletazione del denaro, aumentando la spesa pubblica per finalità astrattamente valide solo sulla carta
@irexia, vergognoso. abbiamo già commentato il fatto che arrivare allo stretto passando per catania è una sciocchezza.
Probabile che mi sia espresso male. La Transizione green è una bufala globale. Sotto ci sono interessi globali, non solo italiani (d’altronde cos’è rimasto di grandi imprese italiane?) Tutte le opere realizzate con fondi PNRR, spacciato per manna dal cielo, sono invece indebitamento a spese delle future generazioni. Il Green è solo un pretesto. A cosa serve una pista ciclabile Messina-Catania? A cosa servono i “boschi verticali” quando tra deforestazione, tagli indiscriminati di alberi secolari nelle città, e incendi “dolosi” (o meglio “finalizzati” ) stiamo distruggendo ogni forma di verde (il vero green!). La cura del ferro è anch’essa una bufala. si tratta di affarismo: si costruisce AV solo dove è possibile lucrare in abbondanza perchè c’è un grosso bacino di utenza. Il resto d’Italia, da Salerno in giù è condannato al sottosviluppo. I progetti, tipo quello del Ponte o della Ferrovia AV Romagnano.Villa S.G trova opposizioni locali di politicanti da strapazzo e da organismi che vogliono salvare l’ambiente “uccidendo gli abitanti”. Questo metaforicamente vuol dire che i siciliani, i calabresi ,(e i sardi) NON hanno speranza: Emigrare per lavorare, e senza alcuna compassione perchè non vengono dal Terzo mondo. Senza opere pubbliche e trasporto efficiente, ferroviario, e navale, il Meridione non ha alcuna speranza. Stiamo diventando un immenso campo di pannelli solari e campi eolici, ad uso e consumo dei cari “fratelli d’Itaglia del nord”