BARI | La rivoluzione della mobilità dopo il Covid-19

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Il futuro della mobilità è tutto da capire e immaginare. Il trasporto pubblico locale (TPL) ha subito un drastico crollo nella domanda dall’inizio del lockdown, circa del 50% con picchi fino al 90%, a causa della chiusura di scuole e attività economiche. Questa tendenza non si ritiene possa cambiare nell’immediato futuro, inoltre ci saranno cambiamenti anche nell’offerta, poiché le misure previste implicano la necessità di trasportare meno utenti a bordo, nonché evitare assembramenti alle fermate di bus o treni. E’ necessario quindi riorganizzare la mobilità.

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Sorge a questo punto un dubbio: la quota di domanda di trasporto non più soddisfatta dal trasporto pubblico dove si sverserà? E’ facile intuire che ciò implicherà un aumento dell’utilizzo dell’auto privata, ritenuta sicuramente più sicura per quanto concerne il pericolo di contagio, con i conseguenti impatti negativi sia nell’ottica ambientale che di vivibilità urbana, nonché di saturazione della viabilità. Il punto cruciale sarà rendere il trasporto pubblico più appetibile di quello privato. Com’è possibile? Attraverso la realizzazione di corsie preferenziali per i bus (con segnaletica orizzontale, di facile installazione), migliorare i servizi di infomobilità, istituire un sistema a chiamata per le aree industriali.

Sarà quindi necessario ripensare alla gestione del trasporto pubblico unitamente all’implementazione di altre forme di mobilità. Nella città di Bari, il bus è certamente la modalità di trasporto pubblico più diffusa, pertanto è necessario prevedere misure che consentano l’erogazione ottimale del servizio. Al momento le misure proposte dall’azienda Amtab prevedono:

  • Aumento della frequenza delle corse nella fascia oraria 7-13.30;
  • Utilizzo bus snodati da 18 m, al fine di garantire il distanziamento sociale;
  • Riorganizzazione delle tratte meno frequentate e dei capolinea;
  • Obbligo dei dispositivi di protezione individuali a bordo;
  • Aumento del numero delle corse previste in fascia diurna a discapito di quelle previste in fascia notturna;
  • Posizionamento di segnaletica al fine di contrassegnare le zone occupabili;
  • Sanificazione giornaliera dei mezzi.

Altre misure che si potrebbe pensare di adottare riguardano l’obbligo di prenotazione del proprio spostamento, al fine di evitare assembramenti, la dematerializzazione dei biglietti e l’acquisto unicamente da remoto, al fine di limitare i contatti e il tempo passato in coda. Volendo invece agire sulla gestione dell’offerta si potrebbe pensare di installare tornelli conta-persone, al fine di garantire il rispetto delle distanze di sicurezza a bordo del mezzo di trasporto.

Un ruolo chiave nella mobilità del prossimo futuro sarà ricoperto dalla gestione della domanda, ovvero dallo studio del “Piano dei tempi e degli orari”, molto spesso ignorato. La differenziazione degli orari di ingresso e uscita dai luoghi di lavoro e dalle scuole comporterebbe una riduzione del congestionamento dei mezzi pubblici negli orari di punta. Questo periodo di lockdown ha portato, inoltre, alla scoperta dello smart working, una delle misure da sempre proposte dai mobility manager, con conseguente riduzione della domanda di trasporto.

Non bisogna però trascurare la possibilità di implementare nella città di Bari altre modalità di spostamento, quali micromobilità (monopattini, monoruote, …) e mobilità attiva (pedonale e ciclabile). Va sottolineato però che tali modalità di spostamento non hanno mai raggiunto nel territorio di Bari quote modali elevate. Inoltre la diffusione di queste nuove tipologie di mobilità richiederebbero la realizzazione di infrastrutture dedicate, come allargamenti dei marciapiedi e realizzazione di corsie ciclabili in sede propria. Ciò richiederebbe tempi molto lunghi e quindi non congrui all’imminente necessità. Vanno quindi adottate misure soft, che garantiscano comunque l’utilizzo di tali modalità di trasporto in totale sicurezza, tra cui:

  • Definizione di corsie ciclabili a mezzo di segnaletica orizzontale;
  • Creazione di Zone 30 e ZTL;
  • Creazione di App per un servizio di bikesharing;
  • Sensibilizzazione della cittadinanza all’utilizzo della micromobilità, attraverso l’attivazione di convenzioni con nuove società;
  • Finanziamento e promozione della mobilità attiva, attraverso buoni per l’acquisto di bici elettriche, premialità e rimborsi al km;
  • Realizzazione di una rete intermodale, che consenta l’introduzione a bordo di bici e micromobilità.

Alla base dell’effettiva fattibilità di questa nuova mobilità, vi è la definizione di regole chiare su come attuare il distanziamento sociale nel trasporto pubblico, proiettate nel medio lungo periodo, al fine di consentire una profonda riorganizzazione della mobilità. Questa situazione di incertezza deve essere considerata, infatti, come un’opportunità di miglioramento della qualità dei trasporti.

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