Alitalia: ok del Senato al nuovo prestito da 400 milioni

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Il prestito ponte per Alitalia è legge. Grazie all’approvazione da parte del Senato di un apposito decreto, il governo ha assegnato 400 milioni di euro all’ex-compagnia di bandiera.

I fondi sono già stati versati nelle casse dell’azienda, commissariata da 33 mesi, prima di Natala e dovrebbero essere restituiti entro la fine di giugno. Il condizionale è d’obbligo, questa erogazione porta ad 1,5 miliardi il totale dei contribuiti versati dallo Stato ad Alitalia dal momento del suo commissariamento:  in precedenza 900 milioni sono stati concessi dal governo Gentiloni, i quali hanno maturato al 31 maggio circa 145 milioni di interessi, ma la società non è riuscita a rimborsare il prestito e non sembra in grado di farlo neanche in futuro. Il nuovo intervento statale, configurato come “prestito” per rispettare le norme comunitarie sugli aiuti di Stato, ha un tasso d’interesse di quasi il 10%.

La situazione è critica: la compagnia nel 2019 ha perso 600 milioni di euro, 100 milioni in più rispetto all’anno precedete. L’andamento della società non è dei più trasparenti, nessun bilancio è stato presentato dai commissari che si sono avvicendati, a partire dal 2 maggio 2017.

Anche in merito ai nuovi investitori sembrano non esserci vie d’uscita. Il governo e la maggioranza vorrebbero un ingresso in società di Lufthansa, la quale è propensa solo ad un semplice accordo commerciale. L’americana Delta resta alla porta (ha dichiarato di voler investire 100 milioni per acquisire il 10% della società) ma il ritiro dalla partita di Ferrovie dello Stato, dovuto al venir meno di Atlantia (che non ha ricevuto rassicurazioni sul mantenimento delle concessioni autostradali) ha per il momento bloccato il matrimonio italo-americano.

Il nuovo commissario, Giuseppe Leogrande, e il nuovo d.g., Giancarlo Zeni, puntano a far uscire la società dall’amministrazione straordinaria entro il 31 maggio ma hanno già fatto sapere che non ci sono possibilità di vendere la compagnia ad un nuovo acquirente entro quella data. Si pensa alla costituzione di una Newco che assorba le attività ma al momento nulla è deciso.
Intanto la dirigenza è chiamata anche a risolvere il capitolo dipendenti. Degli 11.500 in organico, 1.200 sono in cassa integrazione straordinaria e si teme che il numero possa salire in futuro.

 

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