Utilizzare l’energia dei treni come in formula 1

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Il trasporto su rotaia si prepara ad una vera e propria rivoluzione ecologica con un progetto che prevede di ridurre il consumo di energia elettrica su tutta la rete ferroviaria europea: due tecnologie, una importata dalle competizioni automobilistiche.


Si chiama MyRails il progetto che coinvolge diversi Paesi europei e sedici partner fra cui Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana(Rfi), la metropolitana di Londra e di Madrid, ma soprattutto l’Inrim un ente pubblico di ricerca scientifica che svolge per l’Italia le funzioni di istituto metrologico nazionale, costituendo il presidio di gran parte della metrologia, la scienza delle misure (metro, chilogrammo, secondo, ampere, kelvin, mole e candela). Lo studio prevede l’utilizzo combinato di due tecnologie in grado di evitare la dissipazione dell’energia elettrica impiegata dai convogli ferroviari.

La prima è il Kers (Kinetic Energy Recover System), dispositivo elettromeccanico già montato sulle macchine di Formula 1, che consente di recuperare parte dell’energia cinetica del treno durante la fase di frenata e di trasformarla in energia meccanica o elettrica, nuovamente spendibile per la trazione del mezzo o per l’alimentazione dei suoi dispositivi elettrici.

La seconda prevede l’installazione di sottostazioni bidirezionali, una sorta di caricabatterie posizionati sotto i binari, in grado di accumulare l’energia liberata dal treno quando si ferma in stazione. L’elettricità, solitamente, viene trasformata in calore e dispersa, ma con questi generatori sotterranei potrà essere trasferita ad altri vagoni vicini o venduta alle locali società energetiche.

Si tratta di una svolta verde nel mondo della strada ferrata, con risvolti positivi anche da un punto di vista economico: infatti, secondo gli studi si eviteranno oltre due milioni di tonnellate di emissioni in atmosfera di anidride carbonica, con un risparmio che varierà dall’11 al 20 per cento di tutta l’elettricità consumata ogni anno dalla rete ferroviaria europea, circa 400milioni di euro.

La fase di sperimentazione inizierà a settembre 2017 (fino al 2020), per un costo di 2,5milioni di euro finanziati da Horizon 2020, il programma europeo dedicato alla ricerca applicata e all’innovazione tecnologica e da Euramet, la rete internazionale degli istituti di metrologia. “La ricerca servirà anche a quantificare con precisione i consumi elettrici dei treni. Fino ad oggi le società di gestione delle ferrovie in Europa hanno sempre pagato un forfait annuale per l’elettricità, ma dal 2019 il conto sarà bilanciato sul consumo effettivo di energia” ha spiegato Domenico Giordano, ricercatore dell’Inrim e coordinatore del progetto.

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