Terzo Valico: ripartono gli scavi sotto il monte

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Genova – Il cantiere del Terzo Valico riparte.

Dopo mesi di stop forzato, i lavori nella finestra Vallemme tornano in azione grazie a una tecnologia innovativa per gestire la presenza di gas grisù – una miscela esplosiva di metano e altri idrocarburi che si nasconde nella roccia del tracciato.

Ad annunciare la ripresa è stato il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, spiegando come i tecnici abbiano messo a punto un sistema mai utilizzato prima in ambito ferroviario, ma già rodato nell’industria petrolifera.

Come funziona il nuovo metodo

A spiegarlo nel dettaglio è Calogero Mauceri, commissario per il Terzo Valico e il Nodo di Genova.

I progettisti, insieme al consorzio Cociv, Rfi e Italferr, hanno adattato un sistema di sfiato forzato del gas direttamente applicato allo scavo.

Il processo prevede la perforazione della parete rocciosa con 12 fori, ognuno dotato di preventer: valvole speciali che permettono di catturare gas e materiali fangosi prima di procedere allo scavo.

Due tubi separati aspirano i detriti liquidi e il gas, che viene poi espulso dalla galleria grazie a un sistema di aerazione potenziato.

La galleria stessa, in pratica, funge da camino controllato.

Una volta completata questa fase di sfiato, si procede allo scavo vero e proprio.

Si usano microcariche di esplosivo, avanzando di tre metri per volta.

Raggiunti i 24 metri, si reinseriscono i preventer per ripulire e monitorare un tratto di 48 metri, assicurando un ambiente sempre sotto controllo.

Al termine dello scavo, si impermeabilizza la parete per evitare infiltrazioni future di gas da sacche vicine.

Uno dei preventer in azione

Avanzano i lavori anche a Radimero

Sul versante opposto, nel cantiere di Radimero (nei pressi di Arquata), i lavori sono ripresi da metà aprile.

Qui non c’è il problema del gas, ma piuttosto quello della pressione tettonica: due gigantesche talpe meccaniche erano rimaste schiacciate nella roccia.

Una è già stata rimossa, l’altra è in fase di smontaggio.

Un lavoro enorme, che richiede la creazione di una caverna sotterranea per liberare il macchinario intrappolato.

Per far fronte alla spinta della faglia, gli ingegneri hanno installato nuove centine rinforzate (gli archi di sostegno della galleria), posizionate ogni 80 centimetri: molto più resistenti rispetto a quelle deformate dalla montagna.

Tutti i cantieri riaperti entro agosto

La buona notizia è che, secondo Mauceri, entro agosto 2025 saranno nuovamente attivi tutti e 12 i fronti di scavo lungo il tracciato del Terzo Valico.

Oltre a Vallemme e Radimero, ci sono le tratte tra Vallemme e Castagnola (con circa 180 metri da completare sulla canna pari e 500 sulla dispari) e quella tra Castagnola e Cravasco, dove mancano poco più di 1 chilometro su entrambe le canne.

Il lavoro è imponente, ma anche pionieristico.

Per questo, come ha suggerito lo stesso Rixi, si sta valutando la pubblicazione scientifica delle soluzioni adottate: potrebbero diventare un modello per future opere infrastrutturali in contesti geologicamente complessi.

Foto: themeditelegraph.com

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