VENEZIA | Parte il primo sistema al mondo per monitorare con sensori e wi-fi il flusso dei pedoni

Spread the love

Il Comune di Venezia ha installato un sistema per monitorare densità, velocità e direzione dei pedoni che sarà inaugurato in questi giorni.

Chiunque abbia frequentato Venezia in occasione del Carnevale o del Redentore conosce il problema: la maggior parte dei turisti si concentra sugli stessi percorsi intasandoli all’inverosimile, soprattutto nei pressi dei ponti, che fanno da imbuto. Ora, un sistema di 34 sensori ottici montati sui lampioni rilevano le sagome della gente, distinguendo dall’altezza se sono bambini o adulti. Ne registrano direzione e velocità di spostamento, e mescolano i dati con quelli della rete wi-fi locale, che consente di conoscere la provenienza degli apparecchi agganciati e la loro direzione, dando un quadro più completo.

25

“Ci permette di conoscere i percorsi più affollati e di deviare il traffico di conseguenza”, dice l’assessore del Turismo, Paola Mar. “Questo significa una città più agevole e sicura perché può essere utile anche a evacuare un ferito in meno tempo possibile”.
Il sistema teoricamente consente anche di distinguere i turisti occasionali dagli abitanti.
“Agganciando l’indirizzo unico di chi è connesso in rete possiamo sapere quanto tempo la gente si ferma in città e quanto spesso ci viene”, precisa Paolo Bettio, amministratore di Venis, società partecipata del Comune che si occupa della digitalizzazione della città.
Di primo acchito questo parrebbe porre qualche problema di privacy, che Bettio è lesto a fugare: “Non conosciamo l’identità delle persone, perché i sensori ottici non raccolgono immagini, ma solo sagome e gli indirizzi degli apparecchi connessi in rete non sono riconducibili al singolo utente”.

D’altro canto, avere informazioni così precise sulle presenze agevola la pianificazione. E potrebbe rivelarsi utile anche dal punto di vista commerciale.
“In futuro potrebbe servire, ad esempio, per modulare il costo del contributo d’accesso, incentivando o meno le persone ad arrivare in determinati periodi dell’anno”, aggiunge Mar. “In questo, Venezia è un laboratorio: perché lo stesso problema ce l’hanno Firenze, Barcellona, Roma Parigi e Amsterdam”.
Come dire, se funziona, il modello Venezia potrebbe essere rivendibile anche ad altre destinazioni oberate dai turisti.

Post correlati

Lascia un commento