Il termine modalità sostenibile individua le modalità di spostamento capaci di diminuire l’impatto ambientale e socio-economico generato da veicoli e mezzi privati i quali favoriscono l’inquinamento atmosferico, acustico, la congestione stradale e l’incidentalità. Pertanto le amministrazioni pubbliche si fanno promotrici dell’organizzazione di un modello di mobilità sostenibile. Tra gli interventi atti a ridurre la presenza di autoveicoli privati in spazi urbani la mobilità alternativa è svolta a piedi, in bici, con mezzi di trasporto pubblici, ma anche attraverso il car sharing e la combo tra vari sistemi di trasporto alternativi. In seguito ai finanziamenti del 2007 da parte del Ministero dell’Ambiente e dal fondo rotativo di Kyoto, le abitudini degli italiani sono cambiate a favore della mobilità sostenibile, per le aree urbane e le città, in primo luogo. Un altro elemento volto a favorire una maggiore mobilità sostenibile è dato dallo smart working e dal lavoro da remoto che le aziende hanno iniziato a promuovere, progressivamente e gradualmente in questi anni. Ci sono quindi aspetti positivi e problematiche per chi svolge la propria attività lavorativa in smart working.
Vantaggi e svantaggi per aziende e lavoratori in modalità smart working
Nel corso degli ultimi anni si è discusso e parlato tanto di questo innovativo modello di lavoro, detto appunto smart working. Molto spesso si utilizzano altri termini come lavoro agile, telelavoro e lavoro da remoto. Tra i maggiori vantaggi quelli più importanti riguardano in primo luogo il risparmio di tempo per quanto concerne il tragitto da casa al posto di lavoro e viceversa. Proprio qui lo smart working ha una ricaduta positiva per il concetto di mobilità sostenibile. Lavorando da casa infatti si abbattono alcuni costi e il livello di inquinamento nelle grandi aree urbane può essere parzialmente ridimensionato, se non ridotto. Oltre al risparmio di tempo il lavoro svolto in modalità remota causa di fatto meno stress, visto che il dipendente non dovrà guidare, utilizzare mezzi pubblici o percorrere un lungo tragitto a piedi o in bici per recarsi quotidianamente e in orario sul posto di lavoro.
Gli aspetti benèfici per le aziende che assumono in smart working
Gli aspetti benefici non si limitano però solo a questo. Una migliore conciliazione tra il proprio lavoro-attività e la vita privata è un aspetto che non va escluso, né sottovalutato. Questo porta a una maggiore efficienza e a un livello di produttività che per il 70% dei lavoratori è stata valutata in maniera positiva, mentre per il 76% è aumentata anche l’efficacia e l’efficienza. Una media percentuale davvero notevole, seppur questi valori hanno come sondaggio un periodo ancora troppo stretto, compreso tra i dati del 2019 e la prima parte del 2022. Tra gli alti vantaggi, che non devono essere esclusi, ci sono poi quelli che vanno a favore delle aziende, dato che il lavoro agile crea di fatto dipendenti più produttivi, maggiormente soddisfatti, senza contare l’elemento risparmio.
Qui si apre infatti un capitolo importante, che va dai vantaggi fiscali dovuti al credito di imposta, fino al risparmio per l’azienda del consumo di acqua, di elettricità e della sede fisica di un’azienda, che con un’elevata percentuale di lavoratori in smart working costante, può valutare il proprio trasferimento, riducendo i costi di affitto e locazione dello stabile. Eppure il vantaggio che alla lunga incide e potrebbe fare la differenza, a favore del lavoro agile, riguarda proprio l’ambiente. Secondo l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie (2020) attraverso lo smart working si arriva a risparmiare un totale di 46 milioni di chilometri, riducendo di 8-9mila tonnellate di emissioni di CO2, altrettante tonnellate di PM10, 18 tonnellate di ossido di azoto. Sommando in difetto questi numeri otterremo un risparmio economico di circa 4 milioni annui di mancato acquisto di carburante.
In Italia lo smart working potrebbe ridurre le emissioni annue di CO2 di 1.500.000 secondo i dati pubblicati il 20 Ottobre nel convegno “Smart Working: Il lavoro del futuro al bivio” da uno studio dell’Osservatorio sullo smart working del Politecnico di Milano, dalla diffusione della ricerca emerga che il lavoro da casa di ogni singolo lavoratore riduce le emissioni di CO2 di ben 450 chili annui, un numero che diventa impressionante su scala nazionale. Nel convegno è stato preso in considerazione anche il fatto che il sistema riscuote un certo successo con il 13% dei lavoratori che considerano lo smart working come un miglioramento generale del loro benessere, sebbene ancora molto deve essere fatto per migliorare il grado di apprezzamento da parte dei lavoratori. La riorganizzazione dei sistemi e dei processi lavorativi sembra essere necessaria a questo scopo, i dati della ricerca messa a punto del Politecnico di Milano fanno emergere una problematica sostanziale: il lavoro da remoto se non viene integrato in una revisione più ampia del modello organizzativo non dà benefici ai lavoratori in termini di benessere ed engagement.
Dal lavoro al tempo libero: anche lo svago in modalità smart
Le abitudini delle persone sono cambiate in questi anni, complice anche il costo di carburanti e di altre spese. Sono aumentate infatti anche le attività di tempo libero, di svago e di relax, che vengono svolte in modalità smart. Sempre meno persone infatti si recano al cinema, ma preferiscono vedere film, serie tv e documentari, direttamente dal salotto di casa, sottoscrivendo un abbonamento a una piattaforma di streaming video come Prime Video di Amazon, Disney Plus e naturalmente Netflix, che ha dato il là alla rivoluzione dello streaming, prima in Nord America e successivamente anche in Europa. Lo streaming video però non è l’unica novità per lo svago e il tempo libero, se si considera che i giochi online e l’intrattenimento interattivo (come gli streamers) trattengono sempre più utenti incollati ai monitor, soprattutto giovani, riducendo gli spostamenti necessari di buona parte di essi.
Anch’io adesso svolgo una parte del mio lavoro in modalità smart, all’inzio come ogni novità non mi piaceva, anche perché era un obbligo, dato che eravamo tutti confinati in casa, preferivo uscire di casa e incontrare i miei colleghi, poi ho cominciato ad apprezzarlo.
Credo che questo sia successo a tutti, tuttavia rispetto l’analisi fatta nell’articolo, personalmente dissento dal paragrafo sullo svago: dopo una giornata passata davanti ad un pc a casa, desidero andare al cinema, fare una passeggiata all’aria aperta e staccare gli occhi da uno schermo per immergerli nel verde o nel blu del mare