Ulteriore stretta, per evitare il diffondersi del contagio del Coronavirus, nel trasporto marittimo da e per la Sicilia.
I ministri dei Trasporti e della Salute, su proposta del presidente della Regione Nello Musumeci, hanno modificato il decreto dello scorso 16 marzo. Due le novità più rilevanti: la prima per il traffico merci e l’altra per i collegamenti nello Stretto. Nel primo caso, continuerà a essere garantito il trasporto delle derrate, ma “possibilmente su unità di carico isolate non accompagnate”.
Per quanto riguarda, invece, gli spostamenti via mare dei passeggeri da Messina per Villa San Giovanni e Reggio Calabria le corse giornaliere passano da venti a quattro corse giornaliere di andata e ritorno, ma solo dalle 6 alle 21. Nessuna nelle ore notturne. Gli unici ammessi saranno: gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e alle Forze Armate, gli operatori sanitari pubblici e privati, i lavoratori pendolari, quanti dimostrano comprovate esigenze di lavoro, per gravi motivi di salute e chi si trova in situazioni di necessità. D’ora in poi, inoltre, il porto di imbarco e sbarco del traffico merci a Messina non sarà più la Rada San Francesco ma l’approdo di Tremestieri.
Sarà necessaria, infine, la preventiva autorizzazione del presidente della Regione, perché l’Enac possa consentire la partenza e l’arrivo di voli privati nell’Isola. Le disposizioni resteranno in vigore fino al 25 marzo.
Nel frattempo, il governatore Musumeci ha scritto al ministro dell’Interno affinché siano potenziati i servizi di vigilanza in partenza ed in arrivo sullo Stretto.
La limitazione dei traghetti ha però creato caos sulla sponda calabrese dello stretto dove centinaia di medici, infermieri, magistrati, forze dell’ordine oggi sono rimasti a terra per carenza di posti sull’unico traghetto mattutino per Messina.