Barletta e la sindrome del “parcheggio”: cambiare abitudini si può!

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Già provati dalle continue molestie di cattivi odori dovuti ad emissioni inquinanti di vario tipo, i cittadini di Barletta, nota per aver dato i natali al campione Pietro Mennea, in questi ultimi anni hanno dato prova di voler accettare la sfida di un modo di vivere più sano, affollando il Lungomare (intitolato all’atleta) in bicicletta o a piedi con l’intento di praticare il running o passeggiarvi con le famiglie nel periodo estivo.

Purtroppo però le locali amministrazioni non hanno dato segni di sensibilità nei confronti della salute pubblica, poiché ancora oggi si registra una qualità dell’aria ancora molto scarsa e non esistono aree verdi sufficienti per trovare un po’ di ossigeno.

Ma veniamo al nodo più complesso: il traffico e le difficoltà di spostamento in città. Dopo aver approvato sulla carta un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, e mentre si stanno svolgendo in maniera molto rallentata lavori di miglioramento di alcuni percorsi urbani tramite eliminazione di passaggi a livello e inserimento di rotonde spartitraffico, il cittadino medio continua a spostarsi con la sua automobile, perché non riesce a vedere nessuna alternativa. Si è calcolato che sono ben 25.000 circa le auto che ogni giorno si spostano, in totale mancanza di un numero sufficiente di parcheggi. E circa il 50% del traffico è generato da persone che girano in cerca di un parcheggio. Tutto ciò è assurdo, se calcoliamo che la nostra città è davvero a misura d’uomo, e da un asse ad un altro sono un po’ più di 9 km, mentre il lungomare Mennea ne misura 6 circa.

Rinunciando a spostarsi a piedi, il cittadino genera ulteriore inquinamento, spende più tempo in determinate ore di punta, rinuncia a vivere la sua città in maniera più socializzante, e diventa più stressato in particolare quando non riesce a trovare parcheggio.

Allora cosa può migliorare la situazione? Cambiare abitudini. Velocemente. Abbiamo saputo farlo quando ci è stata imposta in poco tempo la Raccolta differenziata. Compriamoci una bicicletta, o magari un monopattino elettrico. Proviamo a spostarci a piedi per brevi tratti.

Attendendo il lentissimo passaggio all’auto elettrica,che potrà salvarci dal fumo degli scarichi di PM10, la nostra città deve diventare più vivibili, per le famiglie, i bambini, i disabili, bisogna ritrovare i luoghi di socializzazione. Aree pedonali, piazze chiuse al traffico, più parchi, ed un sistema di trasporto pubblico funzionante ed efficiente. In attesa di tutto questo, non rimaniamo in attesa. Impariamo a vivere la città con occhi nuovi.

Saliamo su uno di quegli autobus, che girano vuoti come case dei fantasmi. Diamo un ulteriore segnale alla vigente Amministrazione, che cambiare stile di vita si può.

G. Merra

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