Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione che coinvolgono il terminal di Trieste Airport, iniziati nel 2016 e che hanno migliorato l’aspetto e la funzionalità dell’area partenze e arrivi, non potrà passare inosservato l’intervento che da alcuni giorni coinvolge la copertura del corridoio land side che percorre longitudinalmente il terminal stesso.
La vecchia cupola in plexiglass che sovrastava il cammino dei passeggeri tra area partenze e area arrivi verrà sostituita con moderne vetrate che permetteranno una maggior illuminazione all’area di passaggio dei viaggiatori, provenienti o diretti nelle altre aree del nuovo polo intermodale grazie alla luce esterna, che filtrerà attraverso le vetrate.
Si tratta di un intervento importante dal punto di vista architettonico e ingegneristico, per l’utilizzo di tecniche innovative volte a migliorare l’illuminazione naturale dei locali di transito e nello stesso tempo a conferire alla struttura l’idoneo grado di coibentazione. L’intervento consiste nella sostituzione dell’attuale cupolino con una copertura piana traslucida composta da 75 elementi vetrati delle dimensioni di 5x 1,50 metri, con spessore di 43 millimetri e peso di 460 chili ciascuno. Le vetrate sono multistrato e costituite da una sezione esterna con spessore 12 millimetri 40/23 a protezione solare, da una camera di 18 millimetri e da uno strato inferiore composto da due lastre di 6 millimetri con intercalare in PVB da 1,52 millimetri.
La copertura è sostenuta da una struttura trasversale in vetro costituita da 76 “pinne” in vetro lunghe 5 metri, alte 30 centimetri e spesse 50 millimetri. La nuova copertura così composta è sostenuta da una struttura in carpenteria metallica interamente zincata fissata al solaio esistente mediante baggioli in acciaio saldamente ancorati con tirafondi metallici, da 30 millimetri di diametro, resi solidali con la travatura in cemento armato.
Principale peculiarità del progetto è l’inserimento di un’opera progettata ed eseguita con concetti innovativi ed attuali in un contesto di restauro, intestando le nuove strutture sugli edifici esistenti costruiti in materiali tradizionali, ricercando il minimo impatto sia dal punto di vista delle interferenze con le strutture esistenti che da quello delle lavorazioni, per le quali si è ricorso alle più moderne tecniche applicative.