A Genova prende finalmente forma una delle opere più attese e strategiche per la sicurezza del territorio: la Galleria Scolmatore del Torrente Bisagno.
Dopo anni di attese e dibattiti, la “talpa” – ovvero la TBM, Tunnel Boring Machine – è quasi pronta a entrare in azione.
In questi giorni è stata posizionata la testa di fresa, una struttura colossale in acciaio dal diametro di circa 10 metri e un peso superiore alle 200 tonnellate.
Una talpa d’acciaio per salvare Genova
La TBM sarà lo strumento principale per scavare la galleria sotterranea lunga 6,776 km, che avrà un diametro di 9 metri.
L’obiettivo è ambizioso ma vitale: intercettare una portata massima d’acqua di 417 metri cubi al secondo e deviarla dall’alveo del torrente Bisagno, riducendo in modo drastico il rischio di esondazioni.
Lo scavo sarà effettuato interamente sottoterra, con la TBM che avanza lentamente frantumando la roccia grazie ai suoi utensili rotanti.
Il materiale rimosso verrà poi convogliato all’esterno attraverso un sistema integrato. Un processo complesso e continuo, ma essenziale per proteggere Genova dalle alluvioni.
Un’opera complementare a quella del Ferreggiano
Questa nuova infrastruttura si affianca alla galleria scolmatrice del torrente Ferreggiano, già in fase avanzata.
Quest’ultima ha una lunghezza di 3,7 km e un diametro di 5,2 metri.
Durante il suo percorso intercetterà le acque dei rii Rovare e Noce, aumentando ulteriormente la capacità di drenaggio della rete fluviale urbana.
Le due gallerie, coordinate con altre infrastrutture già previste o in corso di realizzazione, costituiranno un sistema integrato di difesa idraulica che permetterà alla città di affrontare eventi meteorologici estremi con maggiore sicurezza.
140 chilometri di nuove gallerie sotto Genova
L’intervento sul Bisagno non è un caso isolato. Insieme alla galleria subportuale e ai cantieri del Terzo Valico, il territorio metropolitano genovese sta conoscendo una trasformazione radicale del suo sottosuolo, con un totale di quasi 140 km di nuove gallerie in fase di costruzione.
Si tratta di un processo che unisce ingegneria avanzata, innovazione tecnologica e pianificazione urbana, con l’obiettivo di rendere Genova più sicura, accessibile e sostenibile.
Un’opera simbolo di riscatto
Per i genovesi, la galleria del Bisagno è molto più di un’infrastruttura.
È il simbolo di un impegno preso dopo le tragiche alluvioni che hanno colpito la città in passato.
Con questa opera si vuole mettere la parola fine a decenni di emergenze e precarietà, restituendo serenità a migliaia di cittadini che vivono lungo i corsi d’acqua urbani.
L’avanzamento dei lavori è seguito con attenzione anche dal Comitato Osservatorio Scolmatore del Bisagno, guidato da Pierangelo Malfatti, che ha recentemente documentato i progressi tramite un post del 1° maggio.
Uno sguardo al futuro
Se tutto procederà secondo i tempi previsti, nei prossimi mesi la TBM inizierà a scavare.
Un ringraziamento particolare va al fotografo Roberto Bobbio, che con i suoi scatti ha permesso di raccontare visivamente questa fase storica del progetto.