Dal 16 aprile, la storica pista 500 di collaudo sul tetto del Lingotto di Torino accoglie quattro nuove installazioni artistiche, firmate da nomi di rilievo del panorama internazionale: Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla, Rong Bao, Francesco Gennari e Silvia Rosi.
Le loro opere vanno ad ampliare l’eclettico percorso espositivo che trasforma l’ex circuito automobilistico in un giardino sospeso tra arte, architettura e memoria industriale.
La Pista 500, originariamente pensata per testare le automobili FIAT appena uscite dalla linea di montaggio, è oggi uno spazio in continua evoluzione.
In cima a uno degli edifici simbolo della Torino operaia, si sviluppa una passeggiata panoramica che unisce natura, cultura e visioni contemporanee.
La Pista 500. Un museo a cielo aperto
La nuova serie di installazioni prosegue il progetto della Pinacoteca Agnelli, che ha scelto di trasformare l’iconica pista in un laboratorio d’arte a cielo aperto.
Ogni opera è pensata per dialogare con lo spazio, evocando il passato industriale del Lingotto e offrendo nuove letture del paesaggio urbano che si estende tutt’intorno.
Le creazioni degli artisti si integrano perfettamente con le opere già presenti, firmate da figure di spicco come
- Thomas Bayrle;
- Monica Bonvicini;
- VALIE EXPORT;
- Sylvie Fleury;
- Dominique Gonzalez-Foerster;
- Marco Giordano;
- Louise Lawler;
- Finnegan Shannon;
- Cally Spooner;
- il collettivo SUPERFLEX.
Un dialogo continuo tra generazioni e linguaggi, che rende unica l’esperienza di visita.
Arte che trasforma lo spazio
Le opere sulla Pista 500 non sono semplici decorazioni.
Sono sculture, progetti sonori e cinematografici, installazioni luminose.
Alcune si fanno notare per la loro imponenza, altre per la loro discrezione.
Tutte, però, raccontano qualcosa: della città, del passato, di chi la abita.
Il giardino pensile, che si estende lungo l’intero tracciato, fa da sfondo e da cornice.
Il visitatore cammina tra piante e installazioni, tra asfalto e arte, con lo sguardo che spazia dai dettagli delle opere ai tetti di Torino, fino alle montagne in lontananza.
Da pista a spazio collettivo
Il progetto non vuole solo esporre arte, ma trasformare la pista in uno spazio collettivo.
Un tempo dedicato alla produzione, oggi destinato alla riflessione, all’immaginazione, all’incontro.
Da circuito chiuso a strada aperta. Da luogo tecnico a luogo poetico.
Ogni nuova opera aggiunta è un tassello in più in questa trasformazione.
Non è un museo nel senso tradizionale, ma un paesaggio in mutazione, capace di sorprendere ad ogni passo.
Foto: Comune di Torino