Alla scoperta dell’affascinante mondo dell’energia eolica, con questo sopralluogo all’interno del Parco eolico Matarocco, in Sicilia, ospiti di A2A.
In un’epoca caratterizzata dall’urgenza di una transizione energetica verso fonti sostenibili, la progettazione e la realizzazione di parchi eolici assumono oggi una rilevanza strategica. L’energia eolica, con il suo potenziale illimitato e la sua natura pulita, rappresenta una delle soluzioni più efficaci per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e mitigare i cambiamenti climatici.
Secondo i dati di Global Wind Energy Council (GWEC), nel 2023, l’energia eolica ha raggiunto una capacità installata globale di oltre 1.000 GW. In Italia, il settore eolico sta crescendo costantemente, con un aumento della capacità installata di circa il 10% annuo negli ultimi anni, come riportato da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale.
In questo contesto, il presente focus esplora il processo di sviluppo di un impianto eolico, dalla fase di pianificazione alla messa in esercizio, offrendo una panoramica dettagliata delle tecnologie impiegate e delle sfide affrontate. Questo contenuto è realizzato grazie alla collaborazione con A2A, secondo operatore nazionale in ambito energetico per capacità installata, che ci ha aperto le porte dei suoi siti in Sicilia.
Matarocco: 8 turbine e 26.000 famiglie potenziali
Il parco eolico oggetto della nostra visita è situato a Matarocco, nella provincia di Trapani. L’impianto è composto da otto turbine, con una potenza totale di 30 MW. Tale potenza è in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 26.000 famiglie. Il cantiere ha avuto una durata di circa un anno e l’impianto è entrato in esercizio nel luglio 2023.
Parliamo di questo e di altro con l’Ing.Walter Barbarotto, Impianti eolici Business Unit Generazione e Trading A2A.
Ing.Walter Barbarotto: “Le turbine eoliche installate a Matarocco sono di nuova generazione, con un’altezza di 82 metri e un diametro del rotore di 136 metri. La capacità di potenza delle turbine varia: cinque di esse sono da 3,6 MW e tre sono da 4 MW.
Il range di funzionamento è compreso tra 2,5/3 m/s a 25 m/s. Sotto la soglia di 2,5/3 m/s, non c’è vento sufficiente per avviare la turbina, mentre sopra i 25 m/s, la turbina si ferma in protezione per eccesso di vento”.
La velocità del vento ideale per raggiungere la massima potenza in produzione è di circa 12 m/s. Questo avviene anche in funzione delle dimensioni di queste infrastrutture, dei veri e propri giganti dell’aria la cui imponenza si può apprezzare quando ci si posiziona appena al di sotto e che inevitabilmente sono parte integrante nello skyline delle campagne siciliane.
Cosa c’è dentro: come funzionano le turbine
Quasi sempre ammirate dall’esterno, accediamo finalmente alla base della torre, laddove si trova una porta di accesso con sistema di vigilanza e un quadro elettrico che permette ai tecnici le operazioni di monitoraggio e lo spegnimento della turbina in caso di emergenza.
Alzando lo sguardo, l’accesso alla navicella situata in cima avviene tramite una scala alla marinara e un ascensore interno.
Ing.Walter Barbarotto: “Nella navicella, la rotazione delle pale produce la rotazione dell’albero motore collegato al mozzo. Questo movimento viene trasformato in giri veloci da un gearbox, che alimenta un generatore. L’energia prodotta viene convertita in media tensione da un trasformatore e trasportata attraverso cavi interrati fino alla sottostazione”.
Le moderne turbine oggi sono decisamente più performanti rispetto alla prima generazione.
La tecnologia e i materiali in tal senso hanno consentito delle evoluzioni in dimensioni e funzioni che fanno la differenza. Basti pensare che l’anemometro posto in cima rileva la velocità e la direzione del vento consentendo alla navicella di ruotare autonomamente per inseguire il vento. Questo si traduce in un incremento sensibile dell’attività produttiva e una pressochè totale indipendenza dell’infrastruttura durante le fasi di produzione.
Un passo indietro: come si progetta un parco eolico
L’ubicazione delle turbine nel territorio è casuale? Ovviamente no. Tale quesito ci consente di approfondire la genesi degli impianti e i parametri che vengono valutati in sede di progettazione.
Ing.Walter Barbarotto: “La fase di progettazione di un parco eolico richiede una valutazione accurata della presenza di vento attraverso dati preesistenti o campagne di misurazione. Inoltre è fondamentale rispettare le normative territoriali e ambientali di zona attingendo in primis alle carte tematiche di riferimento.
All’interno della direzione prevalente del vento, le turbine devono poi essere posizionate a una distanza minima tra esse pari a 5-10 diametri del rotore, affinché si evitino interferenze. Nel parco di Matarocco questa regola si traduce in una distanza di circa 800 metri tra una turbina e l’altra”.
Giganti del cielo: l’emozione delle fasi di montaggio
Dalla carta al cantiere, il progetto di un parco eolico prevede una fase realizzativa non indifferente e caratterizzata da fasi piuttosto delicate e al contempo emozionanti.
Ing.Walter Barbarotto: “Le principali criticità nella fase di costruzione riguardano la logistica e la gestione degli accordi con i proprietari dei terreni. Durante la fase autorizzativa è evidente che occorre assicurare i percorsi di accesso alle aree e la disponibilità dei proprietari in tal senso è fondamentale.
In fase di esercizio, gli elementi critici sono indubbiamente il gearbox e le pale in pezzo unico, che per la loro esposizione agli agenti atmosferici potrebbero necessitare di manutenzione straordinaria. La sostituzione di questi componenti è complessa e può richiedere tempi di attesa lunghi per la fornitura dei pezzi di ricambio”.
Soffermiamoci sulle pale e in particolare sulle fasi di montaggio. Ne parliamo con l’Ing. Giuseppe Miccichè, progettazione e gestione realizzazioni Business Unit Generazione e Trading A2A, che ha coordinato le fasi realizzative in loco. A lui chiediamo di illustrarci come si erge in piedi un’infrastruttura così imponente.
Ing. Giuseppe Miccichè: “Le torri delle turbine arrivano al cantiere sezionate e vengono assemblate in loco. Le pale, invece, costituiscono l’unico elemento che viene trasportato intero e richiedono trasporti eccezionali. La loro movimentazione richiede l’impiego di mezzi speciali e una logistica complessa, data la lunghezza che raggiunge i 60 metri. Muovere questi giganti tra le strade di campagna o nei pressi dei centri abitati rende l’idea della meticolosità necessaria nella pianificazione di queste fasi”.
Al di là degli aspetti puramente tecnici e ingegneristici, questi cantieri suscitano anche grandi emozioni per gli addetti ai lavori.
Ing. Giuseppe Miccichè: “È emozionante vedere il trasporto e il montaggio delle turbine, in quei luoghi in cui tu arrivi quando il sito è ancora vergine. La visione di queste imponenti strutture, che si ergono verso il cielo e catturano la forza del vento, è di per sé suggestiva. Il trasporto delle pale è un’impresa che richiede una logistica veramente complessa. Assistere all’arrivo di questi convogli lunghi 70-80 metri è davvero affascinante”.
Gestione “da remoto”, manutenzione in loco
La complessità di gestione di alcuni componenti, come le pale, ci induce inevitabilmente a indagare come si gestisce la vita in produzione di questi impianti. La manutenzione risulta fondamentale non solo per garantire la normale produttività dell’intero parco, ma soprattutto per scongiurare interventi straordinari assai complessi.
Ing. Walter Barbarotto: “Le turbine eoliche sono dotate di numerosi sensori che monitorano costantemente vari parametri, tra cui temperature, livelli degli oli e grassi, e la condizione dei cuscinetti. Questo monitoraggio avviene in tempo reale tramite fibra ottica che invia i dati alle sale controllo, alcune delle quali si trovano anche nei paesi d’origine dei produttori delle turbine stesse.
In caso di anomalie, la sala controllo provvede a resettare la turbina da remoto. Se questo non è possibile, viene inviato un ticket al service point locale per l’intervento di tecnici specializzati. La manutenzione ordinaria include tagliandi semestrali e annuali che prevedono il controllo di diversi componenti”.
Parco eolico Matarocco: le comunità e l’impatto nel paesaggio
La realizzazione di un parco eolico coinvolge diverse aziende locali per opere civili, cablaggi e manutenzione. Gli accordi con i proprietari dei terreni in cui sorge costituiscono condizione sine qua non per procedere negli iter progettuali.
Ing. Giuseppe Miccichè: “Gli accordi prevedono in genere la concessione di diritti di superficie. In questo territorio abbiamo avuto rapporti con centinaia di proprietari privati e aziende, considerato che l’area è particolarmente vocata alla viticoltura”.
Dal rapporto con le comunità a quello con l’ambiente. Un altro tema assai sensibile è la sostenibilità di interventi come questo, che di certo non passano inosservati.
Ing.Walter Barbarotto: “Gli accordi prevedono garanzie per il ripristino ambientale e fondi per i comuni, che possono utilizzarli proprio per progetti ambientali specifici. Parte dell’energia prodotta è nella disponibilità delle pubbliche amministrazioni locali.
Per mitigare l’impatto visivo invece, sono state inserite nuove alberature nel paesaggio circostante intorno agli impianti. In generale l’impatto ambientale è costantemente monitorato attraverso studi su avifauna e chirotteri. Le turbine inoltre devono rispettare una fascia di almeno 300 metri di distanza dalle abitazioni”.
Un progetto per la transizione energetica
La costruzione del parco di Matarocco si inserisce in un più ampio scenario di conversione energetica, volto a sottrarre progressivamente le comunità dalla dipendenza da fonti esauribili.
Le regioni insulari del Mediterraneo in tal senso offrono condizioni ideali per lo sviluppo di parchi eolici, grazie alla presenza di venti costanti e regolari, come il Maestrale e lo Scirocco, con velocità ottimali per la produzione di energia.
Inoltre, le acque poco profonde che circondano molte isole stanno consentendo la pianificazione di parchi eolici offshore, che beneficiano di venti più intensi e stabili. La Sicilia è baricentrica rispetto a questa tipologia di progetti.
L’irraggiamento è un altro fattore che influisce sulle scelte strategiche dei principali player energetici sui territori. In merito alla diffusione di parchi fotovoltaici, a poca distanza da Matarocco, scopriremo presto un altro progetto targato A2A.
Un breve trailer video del Parco di Matarocco dalle spettacolari immagini dal drone: