Invasi Sicilia: i dati a Dicembre 2024 e confronto 2022-23

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La crisi idrica in Sicilia: un problema che persiste nonostante le piogge

La Sicilia continua a fare i conti con una crisi idrica che sembra non trovare soluzione. Nonostante le piogge di dicembre, gli invasi dell’isola non superano, in nessun caso, il 50% della loro capacità di riempimento. Un dato allarmante che evidenzia come la scarsità d’acqua sia una questione strutturale, acuita da cambiamenti climatici e infrastrutture inadeguate.

Provvedimenti urgenti: il ripristino di 3 dissalatori

Di fronte alla gravità della situazione, il governo regionale ha avviato interventi urgenti per affrontare l’emergenza. Tra le misure più significative, spicca lo stanziamento di fondi per il ripristino di tre dissalatori, con l’obiettivo di aumentare la disponibilità di acqua potabile nell’isola.

Secondo quanto già documentato in questo articolo, i lavori interesseranno inizialmente gli impianti di Gela, Pantelleria e Porto Empedocle. Questi interventi, sebbene non risolutivi, rappresentano un passo avanti nella gestione della crisi.

I dati sul riempimento degli invasi: nessuno sopra il 50%

L‘Autorità di bacino del Distretto idrografico della Sicilia pubblica mensilmente i dati relativi alla capacità di riempimento dei singoli invasi, offrendo un quadro dettagliato della situazione. Secondo le rilevazioni aggiornate al 1° dicembre 2024, nessuno degli invasi siciliani supera il 50% della capacità massima.

Per rendere più comprensibile l’entità del problema, abbiamo realizzato le seguente infografica che illustra le percentuali di riempimento di tutti gli invasi siciliani al 1° dicembre 2024:

Un trend preoccupante

Nel 2024, gli invasi con la situazione più grave sono quelli che, nonostante una capacità significativa, registrano riempimenti prossimi allo zero. Tra questi:

  • Fanaco: Capacità di 20,7 Mm³ e riempimento al 0,0%.
  • Ancipa: Capacità di 30,4 Mm³ e riempimento al 0,95%.
  • Comunelli: Capacità di 8,0 Mm³ e riempimento al 1,0%.

L’analisi storica evidenzia un calo preoccupante nei livelli di riempimento, con una media di -10,06% per tutti gli invasi. I casi più critici includono:

  • Lentini: Capacità di 134,55 Mm³, con un calo dal 75,18% (2022) al 40,82% (2024), pari a -34,36 punti percentuali.
  • Poma: Capacità di 72,5 Mm³, con un calo dal 45,70% al 22,79%.
  • Rosamarina: Capacità di 100 Mm³, dal 40,26% all’11,18%.

Sicuramente le precipitazioni del mese di Dicembre e di inizio Gennaio varieranno in parte alcuni valori ma, salvo clamorosi fenomeni, le proporzioni del problema rimarranno invariate.

↓ Puoi selezionare il singolo invaso dal menu a finestra affinchè sia mostrato il trend nel periodo individuato

Non sole piogge scarse ma anche infrastrutture fatiscenti

La crisi idrica in Sicilia richiede interventi strutturali e una visione strategica di lungo periodo. Sebbene le piogge dei mesi invernali, in particolare tra gennaio e marzo, possano contribuire a ridurre il deficit idrico, è chiaro che il problema non si limita alla scarsità delle precipitazioni.

Un ruolo cruciale è giocato dalla rete idrica fatiscente, responsabile di enormi perdite d’acqua durante il trasporto. Secondo i dati ISTAT, in alcune zone d’Italia si disperde oltre la metà dell’acqua erogata. In questo articolo è consultabile la tabella con le perdite provincia per provincia.

Si ringrazia la community di Open Data Sicilia per la raccolta e l'elaborazione dei dati.

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