L’Europa verso la grande sfida dell’efficientamento idrico

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La carenza di acqua nel mondo è un tema assai che centrale. Metropoli come Città del Capo in Sudafrica e Il Cairo in Egitto sono già impegnate alla ricerca di soluzioni per affrontare la scarsità di questo bene prezioso ricorrendo alle più moderne innovative tecnologie in tema di trattamento delle acque e approvvigionamento idrico.

Analogamente a quanto sta avvenendo in gran parte del mondo, tali preoccupazioni hanno raggiunto anche l’Europa, sebbene la presenza di corsi d’acqua e laghi sul territorio sembrerebbe scongiurare questo problema. In realtà i cambiamenti climatici stanno determinando un progressivo rischio di siccità che impone a tutti i soggetti internazionali di combattere questa vulnerabilità.

In Europa il fabbisogno di acqua è costantemente aumentato a causa di due fattori:

1) minori precipitazioni (indicatore AEA)

2) aumento  degli abitanti in grandi conglomerati urbani

L’Agenzia Europa dell’Ambiente stima che tre nazioni su dieci soffrano uno stress idrico permanente. Le aree in cui insistono irrigazioni intensive, in particolare le isole dell’Europa meridionale, sono i territori definiti più a rischio. Ciò che fa sperare è invece il netto miglioramento che le ingegnerie moderne hanno apportato nella gestione e nell’efficientamento delle risorse idriche. In un trentennio si è registrata una diminuzione di estrazione dell’acqua pari a quasi il 20% (1990-2020).

 Chi usa (e abusa) dell’acqua?

Secondo l’AEA, la maggior parte dell’acqua utilizzata dalle attività economiche europee viene restituita all’ambiente, sebbene in questo processo inquinanti e impurità determinano un’alterazione che in alcuni casi è potenzialmente molto pericolosa.

L’azione agricola assorbe grande parte di questo bene e ancora oggi l’efficentamento idrico non è riuscito a compensare gli squilibri determinati da condizioni di progressiva siccità, soprattutto alle latitudine più basse dell’Europa Meridionale.

Si pensi che soltanto il 9% dei terreni agricoli è soggetto ad irrigazione, tuttavia ad essi è imputabile il 50% del consumo totale di acqua. In base alle colture, tale percentuale può addirittura raggiungere percentuali più alte.

Il raffreddamento di centrali nucleari e a combustile, oltre che la produzione di energia elettrica, sono le altre responsabili di un ingente utilizzo della risorsa idrica:

  • 50-60% Irrigazione idrica
  • 28% Produzione energia elettrica
  • 18% Settore minerario e manifatturiero
  • 12% Uso domestico

Ripercussioni sull’ambiente

Anche la natura ha il suo fabbisogno idrico. Lo sfruttamento delle risorse può determinare degli scompensi negli equilibri vitali di animali e piante e di conseguenza, dell’uomo stesso.

L’utilizzo delle acque nelle industrie e la conseguente immissione in natura di sostanze inquinanti causano in primis nuove fonti di inquinamento, pregiudicando la corretta ciclicità naturale nei fiumi e nei laghi. Anche la variazione di temperatura dell’acqua  espulsa dagli impianti di raffreddamento può determinare effetti avversi su specie endemiche, costituendo una vera e propria barriera per la migrazione dei pesci nei corsi d’acqua.

Cosa fare?

L’obiettivo dell’UE è migliorare lo stato delle acque europee, riducendo significativamente gli impatti dell’inquinamento e l’abuso della risorsa idrica, affinchè l’acqua rimanga un bene in quantità sufficiente e di buona qualità per l’essere umano e l’ambiente.

Il risultato più evidente è il progressivo miglioramento da quarant’anni a questa parte, delle acque europee lungo i siti costieri e interni.  Su circa 22.000 siti censiti, l’85% di essi ha soddisfatto lo standard di eccellenza. Questo importante risultato è sicuramente imputabile ad una più rigorosa politica di iniziative legislative che stanno ulteriormente normando i processi di trattamento delle acque reflue urbane e dell’acqua potabile.

Il generale l’assunto è chiaro: le persone, la natura e l’economia hanno tutte bisogno di acqua. Più ne facciamo uso, più incideremo sulla natura. In alcune regioni già adesso non c’è abbastanza acqua e i cambiamenti climatici dovrebbero aggravare ulteriormente questa condizione. Al netto delle evoluzioni legislative che andranno a regolamentare i comportamenti dei grandi consumatori d’acqua, le aziende, dobbiamo tutti usare l’acqua in modo più consapevole ed efficiente.

Riducendo i consumi, contribuiremo ad economizzare altre risorse e preservare la natura che ci ospita.

 

 

Quanto più attingiamo alla sua fonte, tanto più incidiamo sulla natura. Inoltre, in alcune regioni, specialmente durante determinati mesi, semplicemente non c’è abbastanza acqua: un deficit idrico che i cambiamenti climatici dovrebbero aggravare ulteriormente. Detto questo, dobbiamo tutti usare l’acqua in modo molto più efficiente. Ridurne i consumi, inoltre, ci aiuterà anche a economizzare altre risorse e a preservare la natura.

 

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