L’emergenza da Coronavirus cambierà il nostro modo di spostarci.
Uno dei settori più coinvolti è quello del trasporto pubblico, che in queste settimane sta reinventando il proprio servizio tra distanziamento sulle vetture, capacità ridotte, problemi di sostenibilità economica e disposizioni di sicurezza.
Come torneremo a viaggiare sui mezzi pubblici?
Cosa succederà al pendolarismo?
A quali innovazioni stanno pensando le società di trasporto per gestire questa nuova era della mobilità di massa?
Questa e altre domande le abbiamo rivolte ad Andrea Gibelli, Presidente di Asstra – Associazione Trasporti alla quale aderiscono le aziende italiane del trasporto urbano ed extraurbano, gli esercenti di servizi con autobus, tram, metropolitane, impianti a fune, tutte le ferrovie locali (non appartenenti a Trenitalia S.p.A) nonchè le imprese di navigazione lagunare e lacuale.
Vi lasciamo alla trasposizione testuale dell’intervista:
M: Abbiamo tutti consultato le linee guida che il Governo ha redatto per dare un indirizzo alle aziende di trasporto su Fase 2. Si parla di distanziamento fisico, di accessi contingentati sui mezzi pubblici. Quali sono le problematiche principali che il trasporto pubblico affronterà nell’immediato?
A.Gibelli : I primi giorni il sistema ha retto bene, tutte le aziende hanno adottato le misure necessarie a mantenere la sicurezza degli utenti, e degli addetti che sono fra i più esposti. Ma attendiamo nuovi provvedimenti, perché c’è il rischio che tanta gente che non potrà muoversi: il motivo è la limitata capacità dei mezzi imposta dalle attuali norme sul distanziamento, circa il 30% in meno.
M: Nelle ultime settimane sta emergendo la paura del mezzo pubblico come veicolo di contagio: in che modo le società di trasporto stanno provando a scongiurare questo paventato distacco con gli utenti, sia in termini di sicurezza che a livello comunicativo? Può farci qualche esempio di interventi che in questi giorni si stanno proponendo ad integrazione delle linee guida ufficiali del Governo?
A.Gibelli: La nostra associazione rappresenta più di 150 realtà. Abbiamo tanta esperienza sul campo e stiamo dando il nostro contributo al gruppo dei cosiddetti saggi. Ma non saremo in grado di trasportare tutti i passeggeri oltre il 30% della capacità. A questo si aggiungono le nuove aperture previste per il 18 Maggio e ci aspettiamo altre modifiche alle attuali indicazioni. Assistiamo e diamo indicazioni alla gente cercando di informare quanto più possibile, tenendo conto che le misure non possono essere applicate allo stesso modo a tutti i mezzi, dal semplice bus ai mezzi per il trasporto rapido di massa.
M: Possiede una stima sulla perdita economica che è stata accumulata dalle società di trasporto? Se si, può fornirci qualche dato. ASSTRA ha già avviato con il governo un tavolo di confronto per richiedere misure di aiuto al fine di ridurre le perdite delle aziende?
A.Gibelli: 800 mln di euro sono le perdite aggiornate ad oggi per la mancata bigliettazione. Stimo una previsione entro la fine dell’anno di circa 1,5 mld di euro.
M: A causa del distanziamento sociale sarà richiesta una più alta frequenza di mezzi pubblici, per sopperire alla carenza della capacità delle vetture. A fronte di maggiori costi e minori ricavi dovuti all’emergenza, le società di trasporto saranno in grado di garantire tale incremento del servizio?
A.Gibelli: Bisognerà organizzarsi nel riorganizzare l’utenza in fasce orarie: interventi a carattere imprenditoriale che tengano conto delle misure di sicurezza e delle norme locali. Prevedere quindi aperture differenziate degli esercenti o iniziative in tal senso.
M: Per far fronte al pendolarismo, nel documento di ASSTRA si propone l’utilizzo delle tecnologie quali strumenti per contingentare e organizzare l’offerta di trasporto. Quali sono verosimilmente modalità e tempistiche che potrebbero essere necessarie affinché tutte le aziende di trasporto si allineino a queste indicazioni?
A.Gibelli: Il problema attuale è riferito principalmente alla privacy, legato agli operatori, ai monitor scanner e a tutta una serie di questioni che dovranno essere affrontate dal punto di vista normativo. Oggi la tecnologia non ha limiti, ma é un’opportunità in termini di sicurezza che le aziende dovrebbero cogliere per fare quel salto tecnologico che questa esperienza quasi ci impone.
M: Sempre in riferimento al vostro documento è chiara la misura di disincentivare l’uso del mezzo privato (no gratuità strisce blu, no apertura ZTL): questo appello è stato recepito dalle amministrazioni?
A.Gibelli: Servirebbe un piano nazionale per la mobilità, un patto fra il mondo dei servizi per ridefinire il ruolo del TPL in base alle esigenze complessive. La questione va affrontata come sistema e non può essere legata ad un solo soggetto, perché questo crea situazioni non facili.
M: Da più parti viene menzionata la micromobilità e la mobilità dolce quali modalità di spostamento per combattere sinergicamente la possibile congestione del traffico da automobile. Pensa che il trasporto pubblico dovrà rimodulare le sue prerogative per “lasciare spazio” e integrarsi ulteriormente a questi ulteriori mezzi privati?
A.Gibelli: Sono sempre stati alleati, ma ogni elemento ha i suoi limiti tecnologici nel proprio campo di utilizzo. Sono pienamente d’accordo con l’utilizzo di questi mezzi per servire l’ultimo miglio, ma ricordiamo che i trasporti servono soprattutto a coprire le grandi distanze e per permettere a chi proviene da fuori città di raggiungere le università, i luoghi di lavoro e tutte le attività che si concentrano spesso proprio all’interno delle grandi centri urbani.
M: Superata la fase emergenziale il modello di offerta del TPL cambierà? In che modo?
A.Gibelli: L’elemento più qualificante sará la materializzazione e l’uso di sistemi di acquisto e vendita di biglietti e abbonamenti esclusivamente online, evitando assembramenti.
Un secondo tema é quello della geolocalizzazione, per dare al cliente un’idea dei posti disponibili sui mezzi: Tale servizio é già stato concepito, ma al momento é tutto bloccato dai costi elevati dell’implementazione dei sistemi.
M. Pensa che quest’emergenza possa frenare gli investimenti sul trasporto pubblico locale e parliamo anche dei vari cantieri che prevederanno realizzazione di metropolitane, tram, filobus?
A.Gibelli: Mi auguro di no, sarebbe una disgrazia. Ritengo che sará necessario continuare ad investire nel trasporto pubblico in quanto, qualora dovessero permanere direttive di distanziamento sociale, occorrerà progettare nuove misure innovative sui mezzi. Punterei quindi sulla tecnologia elettrica perchè più predisposta ai cambiamenti e all’innovazione stessa.
Potete rivedere l’intervista video direttamente sul nostro canale Youtube:
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