La metropolitana A di Roma compie 40 anni. Il primo convoglio della serie MA100, dal caratteristico colore arancione, entrò infatti in servizio alle ore 5.30 di sabato 16 febbraio 1980.
All’inaugurazione della tratta Cinecittà-Ottaviano era presente il Sindaco di Roma, Luigi Petroselli. Pochi mesi dopo il capolinea fu prolungato sino ad Anagnina.
La linea A disponeva di un parco di 152 motrici, accoppiate in unità di trazione costituite da due veicoli. Vennero impiegati convogli MA100 costruiti dalla Breda Costruzioni Ferroviarie (serie MA001-MA152).
All’avvio in servizio la linea A contava 21 stazioni, per circa 14 km di tracciato. La nuova linea permetteva di raggiungere il centro cittadino in un terzo del tempo impiegato dai mezzi di superficie.
Il biglietto di corsa semplice, valido per un viaggio, costava 200 lire e l’abbonamento mensile per le due linee metro 4.500. Con 5.000 lire era possibile acquistare un abbonamento mensile per la linea A, la linea B e una linea Atac di superficie.
La “Linea A” fu considerata dai romani la prima vera metropolitana cittadina, dato che la “Linea B”, dal momento della sua inaugurazione, non era mai stata molto utilizzata a causa della brevità dei suoi tratti sotterranei che si collegavano a quelli ferroviari già esistenti e del collegamento con un solo quartiere, l’EUR, all’epoca abbastanza decentrato.
I lavori iniziarono nel dicembre 1963 nel tratto Osteria del Curato–Termini, facente parte dell’appalto bandito nel maggio 1960 e aggiudicato dalla ditta SACOP (gruppo FIAT-Impresit). Tuttavia essi furono complicati da una serie di ritardi e imprevisti dovuti principalmente alla scarsa organizzazione; la tecnica di scavo a cielo aperto, utilizzata inizialmente, provocò gravi disagi al traffico della zona sud-est di Roma, primo tra tutti l’interruzione dell’arteria Via Tuscolana e la deviazione della linea tranviaria STEFER “Termini-Cinecittà”, una delle ultime vestigia dell’estesa rete delle tranvie dei Castelli Romani.
I lavori furono così interrotti e ripresero solo 5 anni più tardi con il metodo della “talpa” che, pur risolvendo parzialmente il problema traffico, provocò numerosi danni ai fabbricati nei pressi del tracciato tra le fermate Re di Roma e San Giovanni a causa delle forti vibrazioni dovute allo scavo.
L’attraversamento della linea sul fiume Tevere causò un nuovo blocco biennale dei lavori per una disputa progettuale tra la costruzione di un nuovo ponte o lo scavo di un tunnel sotterraneo. Si optò per la prima soluzione erigendo il ponte Pietro Nenni (dal nome del senatore socialista morto un mese prima dell’inaugurazione).
Oggi la linea A ha 27 stazioni, incrocia una volta la linea B (stazione Termini), la Linea C (stazione San Giovanni) ed è contraddistinta dal colore arancione usato per le decorazioni interne dei treni, delle stazioni e per la colorazione sulle mappe.