Referendum sulla separazione tra Venezia e Mestre – gli effetti sul servizio di trasporto pubblico e sulle tariffe

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In merito alle notizie circolate in questi giorni sulla stampa locale relativamente alle conseguenze che un riscontro positivo al quesito referendario sulla separazione tra Venezia e Mestre, con due Comuni autonomi, determinerebbero sul servizio di trasporto pubblico, il Gruppo AVM evidenzia di seguito alcuni elementi tecnici che forse possono aiutare nella discussione, sgombrando il campo da incertezze e opacità.

Contratti di Servizio e Sistema Tariffario
Per legge i Contratti di Servizio del Trasporto Pubblico devono essere in equilibrio economico, quindi sostanzialmente in pareggio tra costi totali (costi di esercizio, staff, investimenti, ecc.) e ricavi (da tariffa e corrispettivi pubblici). Dividendosi i Comuni, l’affidamento del Servizio di Trasporto Pubblico dovrebbe quindi basarsi su distinti Contratti di Servizio, entrambi in equilibrio;
Ad oggi, il sistema tariffario vigente in Comune di Venezia e in Città metropolitana di Venezia (e più in generale in ambito extraurbano) prevede – per i titoli di viaggio locali – due principali fattispecie:

  • la rete unica urbana, che consente di viaggiare all’interno di tutto il territorio del Comune di Venezia con un unico titolo di viaggio;
  • la tariffazione a tratte extraurbane che definisce il prezzo del titolo di viaggio in base alla distanza percorsa tra comuni diversi.

Ciò comporta che tra due comuni confinanti la tariffa minima è di cosiddetta “tratta 2” e che conseguentemente nella configurazione con Venezia e Mestre come Comuni separati ognuno manterrebbe internamente la tratta urbana ma dovrebbe necessariamente passare a quella extraurbana nel collegamento tra un qualsiasi luogo della terraferma e P.le Roma e viceversa. Al momento non è giuridicamente sostenibile la non ottemperanza a tale conseguenza stante l’attuale sistema tariffario extraurbano tra Comuni diversi previsto nell’intera provincia.

Impatto sui cittadini
Per raggiungere Rialto da Mestre Centro o viceversa, oggi un cittadino paga € 1,50 mentre, se il referendum desse come esito la separazione, si troverebbe a pagare € 2,20 (tratta 2 tra Mestre e Venezia) + € 1,50 di biglietto di navigazione (da P.le Roma a Rialto) per un totale di € 3,70. L’unica ipotesi percorribile alternativa a questa potrebbe essere quella che l’Ente Governo del Trasporto Pubblico del Bacino Veneziano decida una qualche forma di integrazione per inserire il servizio di navigazione all’interno della tariffazione a tratte extraurbane con conseguente rideterminazione del prezzo nella “tratta 3” per il medesimo percorso pari oggi a € 2,80. I prezzi di tutti gli abbonamenti verrebbero incrementati di conseguenza e coerentemente con la tariffazione extraurbana stabilita.

Conseguenze economiche generali
Va inoltre evidenziato che il servizio automobilistico e tranviario della terraferma è già oggi in perdita di circa 17 milioni di €. Tale perdita è per intero generata proprio dal vantaggio che il Comune di Venezia – come entità unita – offre ai propri cittadini di poter viaggiare tra la Terraferma e la Laguna su una tratta di lunghezza extraurbana a tariffe urbane compensate dagli introiti della Navigazione.

In caso di Contratto di Servizio autonomo tale deficit dovrebbe essere interamente ripianato all’interno del medesimo ambito, o con un incremento tariffario come quello sopra ipotizzato o con una rimodulazione dei servizi (che però se definita in diminuzione comporterebbe anche una proporzionale riduzione dei corrispettivi regionali).

Anche ipotizzando di innalzare il contributo kilometrico unitario da parte della Regione Veneto al massimo concesso ad oggi (servizio urbano di Verona) – fattispecie comunque soggetta a decisione della Giunta Regionale con ovvie conseguenze sulle altre città del Veneto, considerato che i fondi provenienti dal riparto nazionale rimarrebbero comunque costanti – si potrebbero recuperare al massimo 3,5 milioni di € a parità di servizi, pari circa al 20% della perdita di esercizio corrente. Infatti se la Regione decidesse di finanziare il Servizio Automobilistico di Mestre a parità dell’importo più alto dei Comuni di Verona e Vicenza (€ 2,25/km rispetto agli attuali € 1,95/km) l’aumento del corrispettivo Regionale per il servizio Automobilistico sarebbe pari a € 3.550.470 (€ 2,25 per 11.602.844 chilometri per un totale di € 26.141.201,53 rispetto agli attuali € 22.435.399,04).

Ciò significa che il maggior corrispettivo (ammesso e non concesso che venga effettivamente erogato) mai compenserebbe il disequilibrio del servizio che semplicemente potrebbe calare da 17,2 milioni di euro a circa 13,7 milioni di euro (infatti dall’attuale perdita di € 17.283.286 andrebbero sottratti i maggiori corrispettivi regionale ipotizzati di € 3.550.470 per un risultato finale di perdita di € 13.732.816).

Conclusione
Sulla base di quanto sopra esposto, delle norme vigenti e delle informazioni ad oggi disponibili, appare impossibile che la separazione possa portare benefici complessivi alla comunità locale in termini di servizi o minori tariffe. Anzi per quanto attiene il Servizio di Trasporto Pubblico Locale, l’ipotetico Comune di Mestre si ritroverebbe, nel Contratto di Servizio, con un deficit strutturale da 13-14 milioni di € all’anno (al netto dell’ipotetico recupero di 3,5 milioni di € di cui sopra), cui dovrebbe comunque far fronte per ottemperare alle disposizioni di Legge sui Contratti di Servizio.

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