Nel 2019 aprirà la stazione Duomo della linea 1 della metropolitana di Napoli, il cui progetto è stato realizzato dagli architetti Massimiliano Fuksas e dalla moglie Doriana Mandrelli.
Alla nuova stazione, che costerà circa 60 milioni di euro, si accederà attraverso una grande cupola trasparente realizzata in acciaio corten e vetro che coprirà tutta la struttura. La cupola si troverà in Piazza Nicola Amore.
La stazione Duomo di Napoli sarà un museo a cielo aperto, un’equilibrio tra moderno e antico.
Durante gli scavi sono stati infatti riportati alla luce reperti risalenti all’epoca romana, tra cui un tempio del I secolo d.C., un porticato Ellenistico di età Flavia e una pista da corsa del ginnasio.
Dalla cupola si potrà vedere l’area archeologica, organizzata in un’area musealizzata attraverso due travi-parete in vetro, collegate con il piano sottostante di ingresso alla Metro.
L’illuminazione pensata da Fuksas è costituita da esagoni intagliati nei pannelli di rivestimento che dal piano di sbarco degli ascensori e lungo le discenderie delle scale mobili fino alla banchina di attesa dei treni accompagneranno il viaggiatore in un “percorso sensoriale”
«Scendere sotto terra è sempre un’esperienza che comporta ansia- ha affermato Fuksas–Noi abbiamo previsto che si possa vedere la luce del giorno attraverso la cupola trasparente sotto la quale c’è il tempio. Nel piano sottostante, si vedono ancora il cielo e i palazzi di piazza Nicola Amore attraverso una trave scoperta, fissa nel vetro. Ancora più sotto si trovano le banchine, lungo le quali sono montati una serie di pannelli retroilluminati. È come una passeggiata lungo le ore della giornata: i colori cambiano, si va dal celeste chiaro all’arancio del tramonto e oltre, alla notte. È quasi la passeggiata di un astronauta che vede la terra dalla luna e osserva le fasi del giorno che si susseguono».
Per me e’ una schifezza deturpante nel contesto della piazza.
Ma a Napoli e’ normale: dopo la stazione centrale di tanti anni fa e ora in parte modificata ma sempre schifosa e poi quell’ammasso immenso di ferraglia inutile che ha rovinato piazza Garibaldi.