Tunnel subportuale Genova: scavo entra nel vivo da ponente

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I lavori per il tunnel subportuale Genova sono entrati nel vivo con la demolizione del capannone CSM, situato sotto la storica Lanterna, un’operazione che segna l’inizio di un progetto infrastrutturale di grande portata. Tale demolizione ha liberato l’area per lo scavo tramite TBM e consentirà anche una razionalizzazione della logistica ferroviaria e del trasporto merci su gomma.

Foto di avvio della demolizione tratta dal Secolo XIX

Il tunnel, con un costo stimato di 1,2 miliardi di euro, è destinato a diventare una delle opere più significative per la mobilità cittadina e portuale, con una previsione di completamento entro agosto 2029.

L’obiettivo principale dell’opera è l’alleggerimento del traffico stradale nelle zone adiacenti il porto e le aree residenziali.

Foto by Vision Journal

Il tunnel consentirà infatti il transito sotterraneo di veicoli commerciali diretti al porto, separandoli dal traffico urbano e migliorando così la qualità della vita dei residenti. Verrà interrata la viabilità portuale, in particolare quella della Sopraelevata, attualmente un ostacolo visivo e funzionale tra quartieri come Sampierdarena e Dinegro. Grazie al tunnel, questi quartieri riacquisteranno accessibilità alla zona della Lanterna, con un nuovo parco urbano progettato secondo le linee guida di Renzo Piano.

In termini tecnici, il tunnel avrà una lunghezza di circa 4 chilometri, estendendosi dalla zona di Piazza Principe fino all’uscita di Piazzale San Benigno, collegando così in modo efficiente il traffico portuale e autostradale. La struttura sarà dotata di due corsie per ogni direzione e di sistemi all’avanguardia per la gestione della ventilazione e della sicurezza. La sua realizzazione, oltre a migliorare il trasporto pesante, contribuirà alla riduzione delle emissioni di CO2, favorendo una mobilità più sostenibile.

La pianificazione è stata complessa, specialmente per quanto riguarda il riutilizzo delle terre di scavo che saranno sfruttate in chiave di economia circolare. Questo approccio ridurrà l’impatto ambientale derivante dal trasporto di materiali verso e dalle cave.

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