L’embrione di un “piano ponti” si è intravisto ieri nelle parole della ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli. Parlando alla Camera nel corso dell’audizione dedicata al crollo del Ponte di Albiano sul fiume Magra, presso le commissioni Ambiente e Trasporti, la ministra ha più in generale toccato vari aspetti della sicurezza di ponti e viadotti.
Le linee guida approvate saranno valide per tutti
De Micheli ha ricordato che il Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha redatto apposite linee guida per valutare la sicurezza delle infrastrutture. Il primo documento – «Linea Guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti», dedicato ai ponti stradali – è stato approvato dall’Assemblea dell’organo tecnico lo scorso 17 aprile.
Il testo prosegue l’iter che terminerà con l’adozione da parte del MIT. Una volta adottate, le Linee guida «varranno per tutti, non solo per Anas e concessionari ma anche per comuni e province e tutti coloro che, pubblici e privati, rientrano nell’ambito dei gestori dei ponti e dei viadotti», ha detto De Micheli, spiegando che l’applicazione, riguarderà i «criteri generali e di dettaglio di sicurezza da certificare, se le opere d’arte sono sicure, oppure cui tendere, là dove si debbano fare interventi di manutenzione». Ma riguarderà anche il monitoraggio per la comprensione del comportamento della struttura.
Il MIT: prima applicazione sperimentale
Le linee guida, spiega il MIT nel comunicato pubblicato ieri, «saranno oggetto di una applicazione sperimentale in relazione al sistema di monitoraggio anche dinamico dei ponti e viadotti. All’esito di tale sperimentazione, che avverrà sotto la guida dello stesso Consiglio Superiore, le linee guida potranno fornire uno strumento avanzato, univoco ed uniforme per tutti i gestori sul territorio nazionale che, superando il concetto del semplice censimento dei ponti esistenti, mediante un approccio generale, multilivello, multicriterio e multiobiettivo, consentirà la determinazione di una “classe di attenzione” per la gestione del rischio e la verifica di sicurezza delle infrastrutture».
Il “piano ponti”, con le segnalazioni dei concessionari
Nel momento in cui si sta dispiegando questo programma mirato alla manutenzione e al monitoraggio delle strutture, il MIT ha ben chiaro che in molti casi l’esito delle verifiche restituirà un verdetto che non consente o non giustifica l’intervento manutentivo straordinario. Da qui la necessità di prevedere fin da ora l’eventualità di sostituire le strutture impossibili da recuperare.
«Per alcune di queste opere – ha precisato la ministra delle Infrastrutture – non basterà la manutenzione straordinaria; e uno di piani che ho chiesto di fare anche agli uffici, in accordo a tutti i concessionari, incluso Anas, è un piano rispetto alle eventuali esigenze di sostituzione delle opere d’arte». «Credo – ha ribadito – che un piano dobbiamo immaginarlo, soprattutto per quelle più vetuste che hanno avuto problemi di manutenzione negli anni passati».