Sabato 28 giugno 2025. Per oltre due ore, i cieli del Nord-Ovest italiano si sono quasi svuotati.
Aeroporti come Milano Linate, Malpensa, Bergamo, Torino e Genova hanno fermato decolli e atterraggi. Più di 300 voli sono stati cancellati o dirottati. Migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati.
Tutto per colpa di un guasto tecnico che ha mandato in tilt il sistema radar dell’ENAV, l’ente che gestisce il traffico aereo in Italia.
Cosa è successo davvero
Alle 20:20 circa, la sala radar dell’ACC di Milano Linate, che controlla tutto il traffico aereo del Nord-Ovest, ha perso il collegamento con i segnali radar.
Il motivo? Un problema di connettività alla rete E-NET, gestita da TIM, che trasporta i dati radar da tutte le antenne verso i centri di controllo. In parole semplici, i radar funzionavano, ma nessun dato arrivava alla sala operativa.
I controllori non potevano vedere gli aerei sullo schermo. Per garantire la sicurezza, ENAV ha attivato il “rateo zero”: nessun volo in entrata o in uscita. Dalle 22:20, grazie a una connessione satellitare di emergenza, le operazioni sono riprese, anche se in modo parziale.
La capacità del sistema di backup, infatti, è limitata: solo un terzo rispetto al normale.
Perché questo radar è così importante
La sala radar di Milano è una delle più trafficate d’Italia.
Supervisiona i cieli sopra Lombardia, Piemonte, Liguria e parte della Valle d’Aosta. Ogni giorno, centinaia di aerei passano da qui. Non solo voli da e per gli aeroporti del Nord, ma anche tanti transiti internazionali.
Quando questa sala si blocca, l’intero sistema va in crisi. I radar usati sono di due tipi.
Quelli primari, che rilevano la posizione dell’aereo grazie al segnale riflesso.
E quelli secondari, che comunicano direttamente con il transponder dell’aereo e forniscono informazioni più dettagliate come altitudine e codice identificativo.
Tutti questi dati, però, devono viaggiare attraverso la rete E-NET. Se la rete cade, è come se i radar non esistessero.
Si poteva evitare tutto questo?
ENAV e TIM avevano previsto una doppia linea di connessione. Ma sabato entrambe hanno smesso di funzionare. Un evento raro, ma non impossibile.
I sistemi di emergenza hanno funzionato, ma non abbastanza per evitare i disagi. Quello che è mancato, secondo molti esperti, è una vera alternativa indipendente. Il backup attuale (via satellite) non ha la stessa potenza.
Serve potenziare i sistemi ridondanti e creare reti alternative, magari scollegate dal principale fornitore. Anche i piani di emergenza andrebbero aggiornati, per permettere di ridistribuire rapidamente i voli verso altri scali.
Chi ha subito disagi cosa può fare
Se hai perso un volo, subito ritardi o spese extra, puoi chiedere un risarcimento.
Le regole europee (Regolamento CE 261/2004) prevedono rimborsi o compensazioni se il ritardo supera le 3 ore o il volo viene cancellato.
In caso di “circostanze eccezionali”, però, le compagnie aeree possono rifiutare la compensazione. Questo guasto potrebbe rientrare in quella categoria, ma vale comunque la pena fare reclamo.
Importante: conserva biglietti, ricevute di hotel, pasti o altri costi extra.
Puoi rivolgerti direttamente alla compagnia aerea, oppure usare associazioni come Assoutenti o sportelli ENAC.
Cosa possiamo imparare da questo incidente
È il secondo episodio simile in pochi mesi. Già nell’autunno 2024 si era verificato un blackout parziale a Linate.
Questo dimostra che i sistemi di controllo, anche se moderni, non sono infallibili.
La sicurezza è rimasta alta — nessun volo è mai stato in pericolo — ma l’impatto sui passeggeri è stato enorme. Serve investire di più in infrastrutture digitali, garantire reti davvero indipendenti e costruire piani di emergenza più rapidi e flessibili.
Non possiamo permetterci che un singolo guasto blocchi mezza Italia.