Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore un aumento del 1,8% sui pedaggi delle tratte gestite da Autostrade per l’Italia (Aspi), interessando circa 2.800 chilometri della rete autostradale nazionale.
Questo adeguamento tariffario, approvato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), è stato deciso per tenere conto dell’inflazione programmata e garantire la sostenibilità delle concessioni autostradali.
Quali tratte sono interessate?
Le tratte soggette all’aumento includono alcuni dei principali collegamenti stradali del Paese, tra cui:
- A1 Milano – Napoli, diramazione Roma Nord e diramazione Roma Sud
- Raccordo A1 – Tangenziale Est di Milano
- A4 Milano – Brescia
- A7 Serravalle – Genova
- A8 Milano – Varese, diramazione Gallarate – Gattico
- A9 Lainate – Como – Chiasso
- A10 Genova – Savona
- A11 Firenze -Pisa Nord
- A12 Genova – Sestri Levante, Roma – Civitavecchia
- A13 Bologna – Padova, diramazione per Padova Sud e diramazione per Ferrara
- A14 Bologna – Taranto, diramazione per Ravenna, diramazione per la Tangenziale di Bari, Raccordo A1 – A14
- A16 Napoli – Canosa
- A23 Udine – Tarvisio
- A26 Genova Voltri – Gravellona Toce, diramazione Predosa – Bettole, diramazione Stroppiana – Santhià
A27 Mestre – Belluno - A30 Caserta – Nola – Salerno
Un’eccezione riguarda la Napoli-Pompei-Salerno, dove l’incremento è stato fissato all’1,677%, riflettendo le condizioni economiche specifiche di questa tratta.
Perché questo aumento?
Secondo il MIT, l’aumento è in linea con quanto previsto dall’articolo 14, comma 2, della Legge n. 193 del 16 dicembre 2024. Il tasso del 1,8% rappresenta un valore calcolato per coprire i costi dell’inflazione e mantenere in equilibrio i Piani Economico-Finanziari delle concessionarie.
Inoltre, la Società Autostrade per l’Italia ha confermato il mantenimento degli sconti generalizzati per gli utenti. Senza questa misura, le tariffe sarebbero aumentate fino al 3%.