Un impianto urbanistico eccellente sotto la lava: la storia di Pompei

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Le antiche rovine di Pompei continuano ad attrarre migliaia di visitatori ogni anno: il motivo è nel suo affascinate paesaggio e nella sua storia

L’eterna bellezza e il tragico destino di Pompei 

Fondata nell’VIII secolo a.C., la città di Pompei rappresenta ancora oggi una meta ambitissima per i turisti di tutto il mondo. Il segreto del successo di questa splendida destinazione è custodito negli eventi storici che l’hanno segnata. Distesa alle pendici del Vesuvio, Pompei si lascia guardare da quell’imponente gigante che la plasmò per sempre e che la destinò a diventare una meta unica al mondo. 

Appena fondata, Pompei diventò subito un fiorente snodo commerciale, nonché punto di riferimento delle mire espansionistiche di Greci, Etruschi e, successivamente, dei Romani. Dotata di un fantastico impianto urbanistico, sotto il dominio romano trovò la sua massima espressione: dopo il III secolo a.C., infatti, sorsero nella città fantastici edifici e grandiose opere architettoniche. Durante l’epoca imperiale Pompei conobbe il suo massimo splendore grazie all’edificazione, da parte di numerose famiglie romane, di templi e meravigliosi palazzi. Ma il futuro di questa città ricca, viva e architettonicamente splendida era destinato a cambiare.

Il fascino delle antiche rovine

Nel 63 d.C., un violento terremoto distrusse la Campania, provocando immense perdite e innumerevoli danni. La tragedia segnò profondamente anche la città di Pompei ma i romani non si persero d’animo, e ne ordinarono subito la ricostruzione. I cittadini cercarono di ripristinare le attività commerciali sebbene alcuni di loro si trasferirono in altri paesi. Nonostante gli sforzi, il fato sembrava aver progettato un doloroso piano per la splendida città: i tempi per ricostruire Pompei non furono sufficienti e tutti i tentativi si rivelarono vani quando, il 24 Agosto del 79 d. C, il Vesuvio eruttò, devastando completamente il centro urbano e radendo al suolo anche la meravigliosa Ercolano e gli altri luoghi vicini.

Gli oltre tre metri di lava cancellarono per sempre la vita degli abitanti del posto: Pompei rimase pressoché deserta e tutte le opere urbane vennero distrutte. L’enorme gigante, che era rimasto silente per oltre 700 anni, si manifestò in tutta la sua potenza per plasmare per sempre quella che oggi è una delle mete più visitate in Italia. Per oltre 1700 anni, la città fu abbandonata e ricoperta da una fitta coltre di vegetazione fino a quando, nel 1748, iniziarono gli scavi per riportarla alla luce. Grazie a queste opere possiamo ammirare ad oggi i resti di quell’antica civiltà e consolarci nell’osservare ciò che resta delle antiche costruzioni pompeiane. Il Foro Triangolare, il tempio di Iside, le abitazioni, i teatri e le antiche necropoli sono solo una piccola parte delle numerose attrazioni di questo sito archeologico.

Tra i tanti personaggi storici che vollero dare lustro alla città di Pompei ci fu sicuramente Carolina Bonaparte che, con le sue pubblicazioni, rese noto in tutta Europa questo meraviglioso luogo d’interesse. I lavori riportarono alla luce diversi siti ad oggi ancora molto apprezzati, come il Foro di Pompei, centro politico ed economico della città, l’Edificio di Eumachia, antico mercato della lana, e la Schola Armaturarum, centro militare in cui venivano addestrati giovani lottatori. Tra i luoghi più visitati spiccano inoltre l’Anfiteatro e il Teatro grande, due antichi centri ricreativi per gli abitanti del luogo.

Passeggiare per il centro storico di Pompei non è solo godere del prestigio antico del posto; il senso di abbandono causato dalle antiche tragedie riaffiora infatti davanti ad ogni pietra che si pone lungo il cammino. Il fascino della città risiede proprio nel suo paesaggio nostalgico e silenzioso, nonché nella forte desolazione che lo scenario trasmette.    

Un paesaggio che continua ad ispirare la cultura moderna

Sono tante le cosiddette città perdute, quelle che sono state vittime di calamità naturali ed alle quali il destino ha sottratto qualsiasi forma di vita. Parliamo di siti come Palenque in Messico, Efeso in Turchia o Akrotiri in Grecia. Terremoti, eruzioni vulcaniche ed altri eventi hanno creato dei luoghi unici e degli scorci che non possono essere replicati se non nella fantasia degli artisti. Molte opere artistiche e culturali hanno infatti preso ispirazione da questi territori che, ad un primo sguardo, sembrano luoghi alieni, completamente estranei al pianeta Terra.

Nel libro Ritorno a Pompei, ad esempio, la scrittrice Amélie Nothomb immagina un duello verbale tra due filosofi in merito alla distruzione della città. Per quanto riguarda invece il mondo cinematografico, tante sono le opere che si sviluppano in uno spazio desertico come quello della celebra Pompei. Tra questi, il film fantasy Volcano del 1997 propone un’immaginaria catastrofe causata da un’eruzione vulcanica nel comune di Las Vegas mediante una trama avvincente e ricca di adrenalina; la pellicola Ember – Il mistero della città di luce di Gil Kenan, descrive invece la forza degli abitanti della città di Ember nel trovare una via di salvezza a seguito della progressiva distruzione del luogo.
La musica, l’arte figurativa e perfino i videogames hanno spesso preso spunto dal fascino di un mondo disabitato o, perché no, frequentato da esseri non umani. E se anche Reactoonz tratta il tema con un pizzico di simpatia, il videogame Fallout ci mette davanti alla devastazione provocata da una bomba atomica e alle vicende che si sviluppano tra umani e non-umani alla ricerca della salvezza.

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