Ereditando i fasti della celebri città degli Emirati Arabi, la città di Montecarlo investe sul proprio sviluppo urbano guardando “al mare”. Per dare risposta alla sempre maggiore richiesta di spazi commerciali, pubblici e abitativi, il Principato di Monaco ha deciso di estendere la propria cubatura realizzando una penisola sul mare di sei ettari di superficie.
La tradizione è oro, ecco perchè la città del Gran Premio di F1 e del lusso che ha ispirato i casinò in Italia e nel mondo, ha scelto di guardare al futuro adeguandosi ai nuovi dogmi di questo secolo. L’economia del Principato di Monaco è trainata soprattutto dal settore finanziario, commerciale e turistico, spronato a partire dal diciannovesimo secolo sia dall’apertura di una rete ferroviaria che la collegava alla Francia, sia dall’inaugurazione del Casinò di Monte Carlo. Storicamente questi due momenti hanno contribuito a favorire la nascita di una solida industria del gambling (Fonte Wikipedia https://en.wikipedia.org/wiki/
“Green is the New Glam” è il motto della campagna comunicativa che a partire dal 2018 identifica questa operazione ediliza. Così come nelle intenzioni commerciali del più celebre arcipelago artificiale di Dubai, la nuova area ospiterà attività commerciali, quartieri residenziali, uffici, un lungomare e, in pieno stile locale, un approdo per circa 40 imbarcazioni di lusso. Oltre all’inevitabile incremento dell’attrattività dell’area, la vera sfida di questo progetto è chiaramente di matrice ambientale. La costa su cui si affaccia la città infatti è incastonata tra due siti marini protetti: la riserva naturale di Larvotto e la Riserva del Corallo Rosso. La nuova costruzione non potrà garantire un impatto zero sul contesto, ma i progettisti hanno garantito le misure massime per tutelare flora e fauna dall’inquinamento acustico e ambientale.
In tal senso alcune specie protette saranno spostate altrove, mentre le polveri e i residui dei cantieri saranno parzialmente bloccate da apposite paratìe laterali che proteggeranno le due riserve naturali. In scia alla tradizione delle costruzioni green europee, anche la penisola green monegasca seguirà criteri sostenibili, utilizzando materiali a basso impatto e tecnologia all’avanguardia.
L’intervento, fortemente voluto dal principe Alberto II di Monaco, è in fase di realizzazione già dal 2016 per un costo complessivo di quasi 2 miliardi di euro. La fine dei lavori è prevista per il 2025. Nella cordata di aziende e maestranze che contribuiranno a dare vita a questo quartiere faraonico c’è un pizzico di Italia: Renzo Piano infatti curerà la progettazione dell’ampliamento di Portier Cove.
Un altro architetto italiano, Massimiliano Fuksas, curerà la progettazione del sito Fontvieille, sempre sul litorale monegasco.
L’idea vincente dello Studio Fuksas prevede l’estrusione dell’edificio originario verso l’esterno, in direzione dell’orizzonte, entrando in simbiosi con l’ambiente e il paesaggio circostante; dall’isola di Ranieri III al mare, passando per la piazza del Cantone, lo zoo, la stazione di Telecabina e il viale Alberto II.
Il dogma dell’intervento è integrare ed imitare la natura, seguendo le onde del mare e la sinuosità delle colline verdi che circondano la città. A Fontvieille, il quartiere più a sud del Principato di Monaco, il progetto Fuksas utilizzerà una tavolozza di colori ad hoc per la pavimentazione, i mobili e il soffitto. Un colore diverso per ognuno dei cinque piani dell’edificio. Il piano terra sarà rosso, per ricordare le tegole dei tetti nel centro storico di Monaco; il primo piano sarà blu come il mare; il secondo piano è lavanda, come il fiore che cresce nella costa francese; il terzo piano è color ocra, tonalità ricorrente nelle facciate circostanti; infine, nel giardino pensile, il grigio avrà il compito di rievocare le scogliere della Costa Azzurra.
Secondo le previsioni del suo autore, la visita dell’edificio consentirà ai visitatori di poter ammirare viste panoramiche mozzafiato verso il centro urbano e verso il mare.