Parte da Catania un gruppo di lavoro filosofico politico che ha accolto una prospettiva di rinnovamento del capitalismo che sta facendo discutere in questi giorni, l’Ecomutualismo.
Un gruppo che sta lavorando alla creazione di un programma politico coraggioso e organico di “cura” della natura, delle persone e delle organizzazioni, avviando dei laboratori online di approfondimento per scrivere delle proposte post-covid in grado di rimettere in gioco quanti più cittadini possibile. Il periodo di lockdown causato dal Coronavirus è e rappresenterà uno spartiacque nella storia. Oggi più che mai l’uomo è chiamato a scegliere se continuare a perseverare con un modello di produzione e consumo disumanizzante oppure mettere in campo gli anticorpi e osare un’evoluzione in grado di innovare lo stesso sistema capitalistico, eliminando il virus del liberismo. Il modello di riferimento è offerto dalla natura e si chiama Eco-Mutualismo. Il mutualismo in biologia indica quella condizione di convivenza simbiotica tra due o più organismi che vivono procurandosi vantaggi reciproci. È opposto al parassitismo che indica quella condizione di convivenza dove un organismo prevale sull’altro e ne condiziona la vita procurandone in alcuni casi la morte. La condizione del parassitismo è tipica del rapporto odierno uomo – natura in quanto l’uomo si ciba delle risorse naturali e non restituisce alcun vantaggio alla natura. Partendo da questa semplice analogia, la simbiosi mutualista può offrire un valido schema di riferimento per tentare di reagire alle crisi che il pianeta sta affrontando. Come funziona? Tramite un sistema di crediti green esentasse, i cittadini che sviluppano comportamenti virtuosi in campo ambientale, ad esempio chi si sposta in bicicletta, chi s’impegna in azioni di volontariato a favore dell’ambiente, chi compra alimenti a km0, chi fa il compostaggio con i suoi rifiuti organici, è un cittadino che può essere considerato un cittadino mutualista perché compie azioni benefiche per il pianeta. Crediti che possono essere spesi in un mercato complementare popolato da prodotti e beni provenienti dalla stessa economia circolare, ovvero dal riciclo, dal recupero e dalle rinnovabili. L’economia circolare e la mobilità sostenibile se fossero incentivati tramite un sistema di crediti green – riconosciuti alla gente civile dallo Stato – riceverebbero una grossa spinta in termini di diffusione popolare. Meno impatto ambientale, più crediti green. Ognuno può facilmente misurare il proprio impatto sull’ambiente calcolando anche online la propria impronta ecologica. Tramite questo indicatore il legislatore potrebbe sviluppare un sistema di monitoraggio e distribuzione di vantaggi a chi sceglie di compiere azioni sostenibili e solidali. L’obiettivo finale sarà un modello di sviluppo in grado di creare vantaggi sia per l’uomo che per l’ambiente attraverso tre passaggi chiave:
1. Definizione di strumenti per misurare l’Impronta ecologica di ciascuno e del conseguente credito verde accumulato. Chi si iscrive a questa ipotetica piattaforma online potrebbe calcolare la sua impronta ecologica e ricevere dei crediti green in misura inversamente proporzionale al valore della sua impronta: cioè meno inquini più crediti green guadagni. 2. Organizzazione di scambio anche virtuale di quote green. I crediti green sarebbero una moneta complementare di Stato esentasse. Ciò oltre al perseguimento del doppio vantaggio uomo – natura consentirebbe di far decollare tutta la filiera del riciclo, del recupero, della prevenzione del rifiuto, della mobilità sostenibile ma anche quella della decarbonizzazione da un grande massa di popolazione, rispondendo così ad semplice meccanismo: “se non inquini ci guadagni”. 3. Organizzazione di una nuova forma di mercato: i mercati mutualisti. I mercati mutualisti sono luoghi virtuali dove è possibile acquistare o vendere strumenti Eco-Mutualisti, per esempio: azioni di rigenerazione ambientale, quote di riduzione di Co2, prodotti e servizi tesi a ridurre l’impronta ecologica dei partecipanti del mercato. Prendendo spunto da quanto già fatto in Europa con il meccanismo di compensazione delle quote di emissioni di carbonio (Emission Trade Scheme ETS ) di cui si parla anche nel Green Deal dall’Unione Europea, con l’organizzazione di questa nuova forma di mercato si amplierebbe lo schema di compensazione europeo a molteplici settori e attività dell’uomo connesse all’economia circolare, la mobilità e allo sviluppo sostenibile, coerentemente con i 17 obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.
I prodotti e i servizi scambiati in questo sistema non perseguirebbero l’obiettivo di produrre più profitto ma di produrre più azioni e performance benefiche per una comunità con l’obiettivo precipuo di raggiungere i tre traguardi fondamentali per il nostro futuro sostenibile: Inquinamento Zero Emissioni Zero Rifiuti Zero I servizi e i prodotti scambiabili nei mercati mutualisti sarebbero tesi dunque a ridurre l’impronta ecologica di ciascun soggetto economico che partecipa a questa inedita forma economica salvifica e benefica per l’uomo e l’ambiente. In tal senso i mercati mutualisti funzionerebbero autonomamente creando la loro domanda e offerta, tramite i valori scambiabili di credito e debito verde facendo oltremodo da contraltare e da bilanciamento etico ai mercati finanziari. All’Economia reale e all’economia finanziaria in un futuro venturo si aggiungerebbe un’economia mutualista dunque benefica per l’ambiente, tutta costruire ed esclusivamente protesa a generare cose buone per la nostra Madre Terra.
Questo articolo è un contributo di Gaetano Russo Truglio, coordinatore Campagna SERR riduzione dei rifiuti, Regione Siciliana.
La foto di copertina mostra l’opera “Il Terzo Paradiso” del maestro Michelangelo Pistoletto, scatto di Fondazione Oelle.