Treno delle Dolomiti, presentati due tracciati alternativi in Val Boite e in Val D’Ansiei

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Nel corso della conferenza stampa svoltasi stamane a Belluno, nella sede del Genio Civile, il presidente della Regione del Veneto ha illustrato, insieme all’assessore ai trasporti e infrastrutture, le due ipotesi progettuali per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Calalzo-Cortina, il cosiddetto “Treno delle Dolomiti”.

 

Le caratteristiche, i benefici, le difficoltà realizzative di ognuno dei due alternativi tracciati, entrambi con partenza da Calalzo e arrivo a Cortina Centro, sono stati spiegati da Gianmichele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali, la società incaricata dalla Regione a redigere lo studio.
Il tracciato ferroviario della Val Boite ha una lunghezza di 33 km, un tempo di percorrenza stimato in 40 minuti, 5 fermate (Valle – Vodo – Borca San Vito – Cortina Centro) e un investimento previsto di 710 milioni di euro (al netto di Iva ed espropri). Il percorso della Val d’Ansiei è lungo invece 48 km, serviranno 58 minuti per effettuarlo, avrà 7 fermate (Domegge – Lozzo – Cima Gogna – Auronzo – Tre Cime – San Marco – Cortina Centro), per un investimento di 745 milioni.
“Non si tratta di cifre impossibili – ha sottolineato il Governatore – se sapremo mettere  insieme, attraverso quel gioco di squadra che noi auspichiamo, risorse comunitarie, statali e regionali. È l’opportunità per far uscire questo territorio dall’isolamento, ripristinando la strada ferrata tra Cortina e Calalzo, seppure in un sedime diverso da quello di un tempo, perché oggi occupato dalla pista ciclabile delle Dolomiti che dovrà essere ulteriormente valorizzata proprio dall’integrazione con i servizi ferroviari. Ma soprattutto collegando Venezia a Cortina, con un servizio di trasporto pubblico che avrà tempi di percorrenza di poco superiori alle due ore, risultando così competitivo nei confronti delle automobili, garantendo meno traffico, meno inquinamento, meno caos. E poi, da Cortina, si potrà creare un nuovo valico alpino, verso l’Alto Adige, l’Austria e la Svizzera: uno scenario che, concretizzandosi, darà un futuro nuovo a questa terra e ai suoi abitanti”.
Il Presidente ha precisato che entro la fine del mese di settembre la Regione intende chiudere la fase di consultazione con il territorio, raccogliendo tutti pareri, facendo sintesi e decidendo su quale dei due tracciati proseguire con le successive fasi progettuali. “Se non ci saranno intoppi e se tutti i soggetti pubblici e privati interessati si dedicheranno con convinzione alla realizzazione di questo progetto – ha detto –, nel giro di otto/dieci anni l’opera potrebbe essere conclusa”.
“Quella di oggi è un’anteprima della presentazione che faremo ai sindaci, agli amministratori, alle associazioni di categoria, alle diverse rappresentanze del territorio bellunese – ha chiarito l’assessore regionale ai trasporti –. Mi metterò in ascolto delle loro proposte e delle loro valutazioni, attuando un confronto ampio e franco. Ma sia chiaro sin d’ora che dovranno essere superati i campanilismi, che nella scelta del tracciato dovrà prevalere l’interesse dell’intero territorio e della sua comunità e non quello di una singola località”.

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