In questa fase di emergenza le città si stanno reinventando: nei flussi, nei servizi, negli spazi.
E proprio su quest’ultimi che viene riposta maggiore progettualità a causa delle disposizioni di distanziamento sociale che costringerà soprattutto i pedoni a prestare ulteriore attenzione ai loro comportamenti.
Da dove iniziare? Una domanda che si saranno posti tanti amministratori se pensiamo alle città come un enorme groviglio di livelli funzionali che si intersecano e si influenzano l’un l’altro. In questa moltitudine di informazioni un ottimo punto di partenza per progettare sono i dati, la conoscenza acquisita.
Per significare questo concetto, riportiamo di seguito una veloce spiegazione relativa all’elaborazione delle informazioni effettuata da un’azienda di ricerca milanese.
A partire dai poligoni dei marciapiedi, dati messi a disposizione dal Comune di Milano nel proprio geoportale, è stato possibile ripulire tali dataset sino a ottenere un elemento normalizzato su cui ricostruir un’informazione. Riportiamo fedelmente dal sito dell’azienda la spiegazione del procedimento:
Partendo da questi poligoni è stata ricavata la mezzeria di ogni singolo marciapiede e calcolata quindi la distanza dai bordi, ovvero dalla carreggiata e dagli edifici. Il dato ottenuto mostra quindi la larghezza di ogni marciapiede, al lordo degli elementi di arredo urbano (lampioni, panchine, …). Una volta creato il nuovo database la mappa è stata poi resa interattiva e pubblicata
Grazie ai colori è immediatamente possibile avere una prima percezione generale sulle larghezze dei marciapiedi nel territorio comunale, in relazione alle misure di distanziamento sociale previste dai decreti, riassunte così dalla legenda:
■ Very difficult (less than 2.4 meters)
■ Somehow doable (beetween 2.4 and 3.3m)
■ Doable (between 3.3 and 4.2 meters)
■ Easy (more than 4.2 meters)
Navigando la mappa è possibile scendere nel dettaglio della singola strada.
I creatori della mappa specificano però che tale restituzione è parziale, in quanto il dato non tiene conto di tutti gli ostacoli presenti sui marciapiedi, quali semafori, cestini, insegne pubblicitarie etc. Dunque la realtà è sicuramente diversa. Ma una elaborazione di questo tipo, generata a partire da dati ufficiali, restituisce un quadro generale nel quale è decisamente più immediato individuare le aree di potenziale criticità pedonale, dove programmare interventi prioritari.
Immaginiamo quindi come tante altre città italiane possano dotarsi di strumenti simili per avviare ragionamenti e favorire una pianificazione più immediata e consapevole del proprio territorio. Tanti comuni purtroppo non rendono ancora pubblici dataset importanti sui loro siti istituzionali, negando al mercato privato applicazioni e elaborazioni come queste.
Chissà se grazie a questa pandemìa si riscoprirà l’importanza del dato pubblico come carburante per le informazioni strutturate e strategiche a scelte future.
Per consultare la mappa interattiva, clicca qui.