WaveEL è in funzione. Dal 2 giugno di quest’anno, il primo impianto di energia dalle onde su larga scala della Norvegia ha iniziato a produrre elettricità e a immetterla in rete. La macchina, una grossa boa galleggiante attraversata da un cilindro verticale, è stata installata all’inizio dell’anno nelle acque di Runde, pacifica isola incastrata tra i fiordi della costa occidentale. Il cilindro, chiamato tubo di accelerazione, è aperto ad entrambe le estremità e ospita un pistone idraulico che si azione con il movimento della colonna d’acqua interna al cilindro.Un hub di connessione e cavi marini (lunghi 3 km) progettati ad hoc completano il progetto, permettendo all’energia di passare dalla boa all’elemento centrale e da questo alla costa.
Il dispositivo è frutto di anni di lavoro, test ed esami: con una potenza di 250 kW è oramai arrivato alla sua “taglia definitiva”, come spiega lo sviluppatore Waves4Power, si tratta ancora solo di un esperimento. La società svedese si è data un anno di tempo per monitorare la produzione, valutare l’efficienza reale e calcolare tutti i costi. Quindi passerà alla fase successiva, ossia la produzione commerciale in serie presso il cantiere Fiskaholmen.
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Il sito non è stato scelto a caso: con onde alte anche più di 14 metri, le acque dell’isola Runde hanno sfidato fin dai primi giorni la resistenza di WaveEL. “Questo – spiega l’azienda – è ciò che chiamiamo un vero banco di prova dal vivo per la sopravvivenza del sistema, anche se i parametri di progettazione del sistema di ormeggio sono settati per onde sostanzialmente più grandi di queste”.
Parte del merito va alla rete di partner industriali costruita da Waves4Power: ogni componente ed elemento, dal cavo alla più piccola vite, è frutto di società leader nei rispettivi settori, come Siemens o NKT. “Le acque dell’oceano portano con sé enormi quantità di energia grezza e rappresentano la più grande fonte non sfruttata di energia rinnovabile oggi. Convertire l’energia delle onde in elettricità potrebbe potenzialmente soddisfare fino a un decimo degli attuali consumi a livello globale”.