Il Consiglio di Amministrazione della società Stretto di Messina, sotto la guida dell’ingegnere Giuseppe Recchi, ha approvato il Progetto Definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina, segnando un importante passo avanti nella realizzazione dell’opera.
Presentato dall’Amministratore Delegato Pietro Ciucci, il progetto è stato accettato dopo un attento esame della Relazione del Progettista, elaborata conformemente al Decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35.
La relazione, predisposta dal Contraente generale Eurolink con il supporto della Parsons Transportation Group, ha ottenuto il parere favorevole del Comitato Scientifico, garantendo così il rispetto delle normative tecniche e ambientali.
L’approvazione del progetto è stata salutata dall’Amministratore Delegato come un successo, attribuendolo all’impegno del governo e dei vari attori coinvolti nelle diverse fasi ingegneristiche.
Il progetto, considerato all’avanguardia a livello internazionale, promette di essere un’icona tecnologica e infrastrutturale.
Tra gli aggiornamenti introdotti, spiccano l’adozione di metodologie BIM per la redazione del progetto esecutivo, il potenziamento dei sistemi di monitoraggio e gestione, e l’implementazione di misure per migliorare la durabilità e la sicurezza strutturale dell’opera.
Inoltre, sono state approvate varie documentazioni ambientali e di valutazione dei costi-benefici, evidenziando il potenziale economico e occupazionale dell’opera.
Si prevede che il progetto possa generare migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti durante la fase di costruzione.
Con l’approvazione del progetto da parte del CIPESS attesa entro la metà dell’anno, la fase realizzativa dovrebbe iniziare nell’estate del 2024, con l’apertura prevista del ponte al traffico stradale e ferroviario nel 2032.
Si aprono dunque prospettive di sviluppo e connessione per le regioni coinvolte, aprendo nuove opportunità di mobilità e crescita economica.
Un’isola che ha 4 aeroporti, porti merci e passeggeri ed è in mezzo al mediterraneo, che elemosini un intervento ai propri confini per vedere (chissà se sarà vero? Dubito) riconosciuto il diritto a muoversi con agio ALL’INTERNO del proprio territorio e che creda che la crescita economica arriverà come un miracolo con un ponte che la collegherà immediatamente con una regione altrettanto poco sviluppata, senza invece concentrarsi nella lotta al malaffare, all’evasione fiscale, al lavoro nero all’abusivismo, ecco… Suona alquanto stonato… Sembra una presa in giro…
E’ stato pubblicato in diversi siti tra cui questo https://www.tempostretto.it/news/ponte-sullo-stretto-ecco-il-progetto-definitivo-aggiornato-e-il-parere-del-comitato-scientifico.html ) il parere del CS sul ponte.
Non è lungo, una cinquantina di pagine, e quindi si può anche fare lo sforzo di leggerlo.
Ovviamente, la propaganda pro e contro accentua gli aspetti che più preferisce; nella sostanza “vera” il Comitato approva il progetto ma solleva 68 richieste di approfondimento che, al di la della partigianeria, non sono indifferenti e dimostrano con i fatti che in tre mesi non si poteva, umanamente e ragionevolmente, rivedere un progetto del 2011 con gli aggiornamenti tecnologici e normativi.
E’ vero che bisogna rifare i test sui flussi d’aria, sugli aspetti sismici e sui materiali previsti; è vero anche che tutto ciò proviene dai progressi tecnologici in materia ma, se lo stiamo costruendo ora, dobbiamo rifarci alla tecnologia di più di dieci anni fa?
La gatta premurosa fa i gattini ciechi, dice un detto popolare…Se si vuole veramente farlo, ci vuole il tempo che ci vuole!
E, già che ci siamo, non sarebbe il caso di aggiornare anche i progetti di sostenibilità economica, vista l’evoluzione anche dei mezzi di trasporto, dei flussi di spostamento e della demografia?
Questo dal lato dei vantaggi; poi manca ancora una seria valutazione dei costi e di come questi saranno coperti.
Intanto, altre opere magari non proprio esaltanti ma sicuramente (certamente) utili come la Modica-Scicli attendono…
Finalmente un’analisi economica! Diciamo…
Tale OpenEconomics Srl (sede Roma e Rende, fatturato 3,3 milioni, 49 dipendenti, sito non funzionante…) ha stimato che i ritorni economici del ponte in termini di PIL sarebbero di 23 miliardi a fronte di un investimento di circa 14.
A parte la fonte, che non mi sembra proprio il WEF, l’analisi di benefici si limita agli effetti diretti ed indiretti DELLA COSTRUZIONE DEL PONTE.
Ossia, detto in altri termini un pò più terra-terra, i vantaggi verranno “dalla costruzione del ponte in se”! E quando il ponte è finito?
In un momento in cui si combatte (politicamente) una scelta come il superbonus, va considerato che comunque il superbonus, buono o cattivo che sia stato, ha comunque avuto degli effetti sull’indotto che si sono conclusi: i lavori sono stati fatti, non serve manutenzione, anzi è possibile (probabile) che aumentino anche i parametri IMU,
Qui siamo di fronte ad una infrastruttura che non finirà mai di costare e dovrà sempre produrre ricavi.
Altrimenti, chi lo paga quando è finito?
Si parla di “volano per l’avvio di infrastrutture”; peccato che le infrastrutture sono già in programma (vedi alta capacità) ma non consentono il “trascinamento” dell’economia del ponte.
Non parlo per me, io sarò pensionato o morto…poveri i miei figli!
Per chi volesse approfondire, proprio oggi è uscito un articolo su Milano Finanza sugli investimenti improduttivi.