La Regione Emilia Romagna sempre più determinata a ridurre l’inquinamento e la congestione del traffico su strade e autostrade. Per questo mette a disposizione incentivi per far viaggiare quote sempre più rilevanti di merci su rotaia e su acqua.
È di questi giorni il via libera della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna alla graduatoria di un bando varato a fine 2019 che mette a disposizione tre milioni di euro di contributi nel triennio 2020-2022 per favorire lo sviluppo del trasporto merci su ferrovia e altre modalità meno impattanti come i servizi fluviali e marittimi, con due obiettivi: contribuire al miglioramento della qualità dell’aria e alla sicurezza della circolazione.
La risposta degli operatori al bando, emanato nella scia della legge regionale n. 30/2019 che punta a consolidare gli ottimi risultati conseguiti grazie a precedenti provvedimenti legislativi, è stata molto positiva: sono state infatti 18 le aziende del trasporto multimodale e della logistica che si sono candidate alla realizzazione di 37 nuovi servizidi movimentazione delle merci che alla fine sono stati selezionati. Servizi che praticamente coprono tutto il territorio regionale e in qualche caso si spingono persino al di là dei confini regionali e persino nazionali.
La revisione delle regole del bando
Il prolungato stop subito da quasi tutte le attività economiche e produttive in conseguenza delle misure restrittive anti-Covid sta rendendo di fatto impossibile il rispetto da parte delle imprese vincitrici della tempistica e delle condizioni fissate dal bando, in termini sia di numero di nuovi collegamenti da effettuare, sia dei quantitativi di merci da trasportare. Per venire incontro alle esigenze delle imprese la Giunta regionale ha pertanto deciso la revisione delle “regole d’ingaggio” per il 2020, riservandosi poi un’ulteriore valutazione per i due anni successivi di durata degli interventi in base all’evolversi della situazione di profonda crisi economica.
Tra le novità introdotte, il periodo di riferimento per monitorare i servizi aggiuntivi effettivamente svolti e che danno diritto a ricevere i finanziamenti: anziché basarsi sui dodici mesi che vanno dal 2° semestre 2018 al 1°semestre 2019, si prenderà in considerazione il quadrimestre febbraio-maggio 2020, riparametrato a 12 mensilità. Inoltre, sono stati abbassati altri due parametri fondamentali come il numero minimo di collegamenti ferroviari da attivare – 10 all’anno anziché 30 come previsto all’inizio – e le quantità di carico da trasportare, 6.600 tonnellate anziché 20.000 come previsto all’inizio. Infine, il decollo effettivo dei nuovi servizi è stato posticipato all’autunno prossimo per dare alle imprese più tempo per riorganizzarsi al meglio dopo l’emergenza Covid-19.