Mobilità elettrica: sperimentazione al via in Sabina

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Una nuova opportunità di trasporto nel segno della sostenibilità ambientale: il primo Giro il 23 e il 24 settembre nei comuni Sabini che hanno aderito al Contratto di Fiume. Un processo decisivo nel medio termine finalizzato alla diffusione della mobilità elettrica.


Entra nel vivo il progetto della Regione per sostenere questa nuova opportunità di trasporto e sviluppo del territorio e diffondere la cultura della Mobilità Elettrica.

Come funziona? Il primo Giro il 23 e il 24 settembre nei comuni Sabini che hanno aderito al Contratto di Fiume. I centri interessati, coordinati dal comune di Magliano  Sabina, sono quelli di Nazzano, Montopoli, Torrita Tiberina, Poggio Mirteto, Forano, Stimigliano, Collevecchio, Orte, Gallese, Civita Castellana, Otricoli. Un processo decisivo nel medio termine finalizzato alla diffusione della mobilità elettrica.

Il primo passo del progetto: già allo studio la creazione di una rete di ricarica diffusa sui territori, posizionata in punti nodali strategici, sia per la vita quotidiana sia per lo sviluppo turistico.

La mobilità elettrica come risorsa per i cittadini di questo territorio:

  • con un parco macchine disponibile per gli spostamenti casa-lavoro dei pendolari in appoggio alla rete ferroviaria;
  • con lo sviluppo di una nuova cultura della mobilità privata di breve distanza;
  • con la promozione di nuove forme di turismo, attraverso un brand in chiave ambientale;
  • prossimo l’allestimento di una “macchina sponsor” della Media Valle del Tevere, per attraversare borghi e fattorie con informazioni sul Contratto di Fiume.

“Sperimentare e diffondere la cultura della Mobilità Elettrica come nuova opportunità di trasporto e sviluppo del territorio può contribuire ad arginare alcune perniciose conseguenze del cambiamento climatico – parole di Fabio Refrigeri, assessore alle Infrastrutture, Politiche abitative ed Enti locali, che ha aggiunto: in un tempo in cui fonti essenziali, come corsi e bacini d’acqua, continuano a subire lo stress di sempre maggiori esigenze antropiche, grazie allo strumento del Contratto di Fiume invertiamo la tendenza del mero sfruttamento proprio sul fiume Tevere, e fuori dalla logica emergenziale”- ha detto ancora Refrigeri.

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