Alan Kurdi, per il Mit i porti italiani sono privi dei requisiti di sicurezza richiesti da convenzione Amburgo

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Alan Kurdi, la nave della ong battente bandiera tedesca attualmente a sud di Lampedusa, con a bordo 150 persone salvate al largo della Libia, non ha un porto dove sbarcare.

Berlino ha chiesto alla nave di non intraprendere alcun viaggio, alla luce dell’attuale quadro dell’emergenza coronavirus. Anche l’Italia gli nega un porto per l’impossibilità di garantire porti sicuri a navi battenti bandiera straniera.

Ecco le motivazioni del MIT:

“In merito alla richiesta di soccorso della nave Alan Kurdi, il Mit conferma l’impossibilita di garantire porti sicuri in Italia a navi battenti bandiera straniera.

Attualmente, a causa dell’emergenza pandemica Covid19, i porti, infatti, non presentano più i necessari requisiti sanitari richiesti dalla convenzione di Amburgo.

È quanto stabilito nel decreto interministeriale firmato ieri anche dalla ministra Paola De Micheli che aveva già assunto decisioni analoghe per le navi da crociera e le navi passeggeri battenti bandiera straniera.

È un decreto ispirato ai principi di tutela della salute dei passeggeri e di eguaglianza di trattamento dei cittadini italiani ai quali le attuali ordinanze hanno impedito anche lo spostamento da un comune all’altro e dettato norme stringenti per il rientro dai paesi esteri.

Al governo tedesco, in qualità di stato di bandiera, è stato chiesto di assumere la responsabilità di ogni attività in mare, compreso il porto di sbarco, della Alan Kurdi che in questo momento, oltretutto, non è ancora entrata in acque territoriali italiane. Nella certezza che la Germania manterrà gli impegni assunti, l’esecutivo italiano è pronto a collaborare e il Mit, di concerto con il Ministero della Salute, ad intervenire se necessario anche con l’utilizzo di mezzi propri, secondo i principi di solidarietà e fraternità con cui da sempre il Paese ha affrontato queste emergenze”.

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