Pendolaria 2019: passeggeri in aumento ma al Sud è emergenza

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Legambiente ha presentato a Palermo “Pendolaria 2019”, il rapporto annuale sul trasporto ferroviario in Italia. Il Sud rimane indietro rispetto al resto del Paese ma la mobilità su ferro è in crescita, con un sempre maggior numero di persone che sceglie il treno per i proprio spostamenti quotidiani.

I numeri parlano chiaro: cinque milioni e 699mila persone prendono ogni giorno in Italia treni regionali e linee metropolitane. Nel 2018, rispetto all’anno precedente, circa 45mila persone in più hanno preso i treni regionali (+1,6%) e anche coloro che utilizzano le linee metropolitane sono aumentati, con quasi 65mila viaggiatori giornalieri in più (+2,4%). Nel 2014 il numero di viaggiatori era complessivamente di 5,1 milioni, per cui si deve segnalare una crescita dell’11,7% in cinque anni.

Il 2019 è stato anche l’anno in cui si sono celebrati i 10 anni dall’entrata in funzione delle linee ad alta velocità. Una rivoluzione per il trasporto italiano che continua a riscuotere grande successo tra gli utenti. Il comparto “lunga percorrenza”, infatti, è trainato dagli ottimi risultati dell’alta velocità: il numero di coloro che ogni giorno prendono il treno per spostarsi su collegamenti nazionali è di circa 50mila persone sugli Intercity e 170mila sull’alta velocità tra le Frecce di Trenitalia ed Italo. I numeri sono complessivamente in aumento, ma con rilevanti differenze: mentre sugli Intercity tra il 2010 ed il 2018 abbiamo una riduzione che sfiora il 46%, sulle Frecce di Trenitalia si verifica un +114%, incluso Italo che è in forte crescita.

In 10 anni il bilancio dell’alta velocità è imponente: i numeri sono cresciuti di anno in anno, grazie al raddoppio della flotta dei treni AV: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri trasportati sui treni AV di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.

Dati positivi anche in merito al parco circolante: i 2.894 i treni in servizio nelle regioni ogni giorno hanno un età media di 15,4 anni, in calo rispetto agli anni passati anche grazie all’immissione di nuovi treni.

Questi trend, però, sono drammaticamente rallentati dalla situazione in cui versano le ferrovia nel Sud. I treni sono vecchi (età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord) e pochi (sono stati addirittura ridotti gli Intercity e i regionali in circolazione negli ultimi dieci anni) e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Rispetto al resto del Paese sono di meno sia le Frecce, che gli Italo, gli Intercity e i regionali. Ci sono in tutta la Sicilia 486 corse al giorno dei treni regionali contro le 2.560 della Lombardia: quasi 5,3 volte tanto (a fronte di una popolazione di 5 milioni di persone in Sicilia e 10 milioni in Lombardia). Le corse giornaliere in Provincia di Bolzano sono 266, quasi quante quelle offerte in Sardegna (297) dove però la popolazione è oltre il triplo. In Calabria sono 341 le corse giornaliere, meno delle 355 effettuate in Liguria dove popolazione ed estensione sono inferiori.Innumerevoli gli esempi di un’assenza totale di regia e controllo lungo alcune direttrici importanti. Tra Cosenza e Crotone non esiste collegamento diretto e servono almeno un cambio e quasi 3 ore di tragitto per percorrere 115 km. Tra Ragusa e Palermo sono previsti solo 3 collegamenti al giorno, tutti con un cambio, per arrivare a destinazione in 4 ore e mezza (erano 4 tre anni fa).

In chiaroscuro la situazione del trasporto locale. Il numero degli utenti è in crescita: due milioni e 78mila persone al giorno prendono le metropolitane presenti in 7 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Brescia e Catania), con un aumento complessivo di quasi 65mila passeggeri tra il 2018 e il 2017, dovuto in particolare alle linee di metro di Milano, Catania e Brescia dove si registra una crescita costante e consistente.
Permane il gap infrastrutturale rispetto agli altri Paesi europei. La dotazione di linee metropolitane nel nostro Paese si limita a 247,2 chilometri (in sette città in cui vivono circa 15 milioni di persone), lontano dai valori del Regno Unito (oltre 672 km), della Germania (649,8 km) e della Spagna (609,7 km). Il totale di chilometri di metropolitane italiane è inferiore o uguale a quello di singole città come Madrid (291,3 km), Londra (464,2 km) o Parigi (221,5 km).

Per Legambiente sono dati positivi ma non sufficienti a migliorare l’impatto che i trasporti hanno sull’ambiente. Il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini ha dichiarato:

“I trasporti sono l’unico settore che in Italia ha visto crescere le emissioni dal 1990; dobbiamo accelerare il cambiamento con l’obiettivo di raddoppiare il numero di viaggiatori giornalieri sui treni regionali e metropolitane, dagli attuali 5,7 a 10 milioni”

 

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