Autostrada Siracusa-Castelvetrano: cosa c’è di concreto?

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C’è chi parla di sogno, chi di utopia, chi sul web ha azzardato una data di apertura: 1 gennaio 3000. Purtroppo quando si parla di infrastrutture in Sicilia e soprattutto quando a parlarne è il governo regionale, dopo le magre figure rimediate nella gestione dell’emergenza dovuta al crollo del viadotto Himera sulla A19, tutto assomiglia molto più ad una barzelletta o, ben che vada, ad un libro dei sogni. Intanto però, appare giusto dar conto di una conferenza stampa tenuta presso l’aeroporto di Comiso nei giorni scorsi, in cui il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha illustrato le sue idee circa due importanti opere autostradali: la Siracusa – Gela e la Gela Castelvetrano.

Si tratterebbe in poche parole, di andare a chiudere l’anello autostradale costruendo un’arteria che vada a sostituire od a sovrapporsi all’attuale SS 115, la quale collega tutta la dorsale sud della Sicilia, coprendo la tratta da Trapani a Siracusa e che tra Castelvetrano e Rosolini rappresenta ancora (nel 2015) la principale arteria dei territori che attraversa. E’ tra le più antiche statali dell’isola, dunque si presenta ancora come a due corsia ad unica carreggiata e nonostante tentativi di miglioramento come quelli degli anni 70 che hanno abbattuto i tempi di percorrenza nel tratto Trapani – Agrigento, si presenta ancora fortemente inadeguata e poco sicura per gli standard di traffico odierni e per le esigenze dei vari territori che attraversa.

Già da più di 30 anni la chiusura dell’anello autostradale siciliano viene ritenuta come una scelta di importanza strategica, pur tuttavia mai si è proceduto ad una progettazione dettagliata ed alla ricerca di fondi per attuare nei fatti la costruzione della Gela – Castelvetrano; discorso diverso invece per il tratto Siracusa – Gela, autostradale già fino a Rosolini e cantierato (con apertura prevista nel 2017) fino a Modica. Ma, andando con ordine, ecco cosa ha previsto il presidente della Regione Rosario Crocetta nella prima citata conferenza stampa di Comiso; in primo luogo, gli investimenti: un miliardo e 900 milioni di Euro per completare il tratto fino a Gela, un miliardo per passare da Agrigento ed arrivare a Castelvetrano.

Ci sono delle differenze importanti sui due lotti: il primo, il tratto Siracusa – Gela, è stato progettato già negli anni 80 e più volte rivisto e con i lavori che proseguono molto lentamente. In ogni caso, esiste un progetto definitivo da diversi anni, il problema è meramente burocratico e di finanziamento; come detto, entro due anni l’autostrada arriverà nel ragusano attestandosi a Modica, per i successivi chilometri Crocetta afferma: “Prometto che saranno completi in cinque anni: a breve pubblicheremo un bando da 1 miliardo e 900 milioni di Euro per la parte conclusiva: il tutto verrà fatto in ‘leasing in costruendo’, con il privato che finanzierà l’opera ed avrà diritto alla riscossione dei pedaggi per almeno 30 anni’.

La strada che si vuole intraprendere è dunque questa, evitando di mettere fondi pubblici; ma sorge spontanea una domanda: chi si accollerà una spesa del genere? Chi è disposto a versare una cifra vicina ai due miliardi di Euro? Crocetta ha promesso a breve l’avvio del bando, solo in quel momento in tal senso si potrà sapere di più.

Altro discorso per la Gela – Agrigento – Castelvetrano; qui si parla di un vero e proprio sogno e nulla più. Non c’è nemmeno il progetto preliminare, non esistono carte concrete che possano far avviare l’iter; inutile affermare l’importanza strategica anche di questo lotto, per tanti motivi: in primis, a livello aeroportuale, con la formazione di due poli siciliani (occidentale con Birgi – Punta Raisi ed orientale con Fontanarossa – Comiso), vorrebbe dire mettere in collegamento diretto proprio Birgi e Comiso e consentire alla provincia di Agrigento, al comprensorio gelese e del calatino di usufruire di queste due strutture grazie a rapidi collegamenti; ovviamente, l’importanza starebbe anche nel mettere in collegamento importanti poli turistici (Selinunte, Agrigento e le terre del barocco) e consentire anche un’unione fisica tra le terre di eccellenza del vino con quelle del pomodoro Pachino, aspetto che in chiave industriale/turistica non va certo sottovalutato. Per non parlare dei tanti vantaggi derivanti dal commercio per via di un più rapido e sicuro collegamento con il porto di Augusta.

Ma adesso di questi sogni, bisognerà vedere quanto ci sarà di concreto; se ne saprà di più, in tal senso, soltanto (forse) nelle prossime settimane.

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2 Thoughts to “Autostrada Siracusa-Castelvetrano: cosa c’è di concreto?”

  1. zavardino

    A mio avviso potrebbe bastare uno scorrimento veloce Castelvetrano-Gela e linea ferroviaria da Castelvetrano a Porto Empedocle e da Agrigento a Licata via Palma di Montechiaro. Il tutto costruito con criteri moderni che consntano almeno 120 km/h. Direi che chiedere questo in fase di riscoperta delle ferrovie, potrebbe dare nuovo sviluppo a zone economicamente depresse. Birgi-Comiso con collegamenti stradali e ferroviari sarebbe una svolta.

  2. Andrea Bernasconi

    E io mi chiedo: perché non ipotizzare anche la realizzazione di una dorsale ferroviaria?

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