AGRIGENTO| SS 640: prende forma la galleria Caltanissetta

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Pur tra alti e bassi, la principale opera pubblica che sta interessando l’agrigentino e che diventerà, un volta ultimata, vera porta di accesso verso il resto della Sicilia e d’Europa della città dei templi, prosegue la sua ‘avanzata’ verso la fine dei lavori.

La SS 640 dall’aprile del 2009 è interessata dall’ammodernamento ed adeguamento della sua sede stradale, che sarà composta da due carreggiate a doppia corsia rendendola una strada extraurbana principale e quindi un collegamento molto simile a quello autostradale. L’arteria collega Agrigento ed il porto di Porto Empedocle con l’Autostrada A19; un corridoio viario che dunque metterà in comunicazione l’agrigentino con Caltanissetta, Enna e soprattutto l’Aeroporto Fontanarossa di Catania.

Storia abbastanza lunga quella della SS 640: progettata negli anni 50 per dare ad Agrigento un rapido collegamento con il centro della Sicilia senza attraversamento dei paesi limitrofi (come accadeva con la SS 122, fino a quel momento unica arteria di questa tratta che penetrava dentro Favara, Canicattì e San Cataldo), la strada ha visto la luce soltanto sul finire degli anni 70. Ma ben presto ci si è resi conto che, pur facendo scendere da 2 ore ad 1 ora la distanza con Caltanissetta e da 5 a 2:30 con Catania, la nuova statale era del tutto inadeguata agli standard moderni ed al flusso di traffico crescente.

Inoltre, il fatto che sia stata costruita ad unica carreggiata a due corsie, ha fatto sì che anche la stessa sicurezza degli automobilisti venisse meno e negli anni si sono contate tante vittime; così già nei primi anni 90 si parlava di un raddoppio della SS 640 ed in una trasformazione o in autostrada vera e proprio oppure in strada extraurbana principale. Ma, come spesso succede in Sicilia, sono dovuti trascorrere diversi anni prima di vedere sorgere il progetto; così, il finanziamento per l’opera arrivava soltanto del 2003 e riguardava la progettazione definitiva e successivamente si è passati alla fase operativa con lo stanziamento delle somme necessarie a terminare l’iter prima di aprire i cantieri.

Suddivisa in due maxi lotti, uno inerente la provincia di Agrigento e l’altro invece quello di Caltanissetta, i lavori sono partiti come detto sopra nell’aprile del 2009; ad oggi, il tratto agrigentino si presenta quasi completo, quello nisseno invece è ancora nel pieno della fase di costruzione.

In particolare, la SS 640 in provincia di Agrigento si presenta con più di metà tracciato completa: mancano soltanto due chilometri in contrada Petrusa, ossia all’ingresso della città ed a pochi chilometri dalla Valle dei Templi, così come risulta incompleto il tratto che attraversa il territorio di Racalmuto.

Si tratta di due zone comunque pianeggianti, in cui i lavori, salvo imprevisti, dovrebbero terminare entro l’anno: il grosso è stato invece fatto ed i punti critici già aperti, in particolare risalta il tratto contraddistinto dal viadotto ‘Serracazzola’, il più lungo della nuova SS 640 e costruito con una particolare tecnica ‘a spinta’ considerata come prototipo per abbattere i tempi di costruzione dei viadotti in futuro e che potrebbe essere esportata anche in Europa. Completato anche il tratto che attraversa Canicattì, raggiungibile tramite tre uscite dalla nuova superstrada.
Nel tratto nisseno si sta procedendo alla costruzione della galleria ‘Caltanissetta’: si tratta di un tunnel di 5 km che passa sotto il centro del capoluogo nisseno e che andrà a sostituire la galleria Sant’Elia ma soprattutto andrà a tagliare il percorso della SS 640, che presenterà adesso un maxi rettilineo che andrà da San Cataldo fino al raccordo con l’autostrada Palermo – Catania.
Non sono mancati ritardi (il tratto agrigentino doveva essere pronto entro il 2012), né polemiche ed inchieste; non ultima, il sequestro della vasca di smaltimento del materiale proveniente dalla nuova galleria di Caltanissetta, per la quale si sospetta una mancanza di conformità alle norme vigenti che potrebbero aver provocato l’inquinamento di alcune falde acquifere.
In molti si augurano che i lavori possano terminare al più presto: vorrebbe dire abbattere a poco meno di mezzora il tragitto tra Agrigento e Caltanissetta e collegare l’isolata provincia agrigentina con l’asse autostradale siciliano.

 

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